Oltre La Grande Bellezza: Guida alla Roma ribelle
“Roma è una città raccontata male, narrata nel suo centro e non nelle sue periferie, taciute. Quello che sappiamo noi di questa città, i nostri racconti, non corrispondono a come la città viene descritta. In Guida alla Roma ribelle abbiamo voluto raccontare la vita che agita la capitale, è un libro in cui è facile che i lettori diventino narratori”(Rosa Mordenti)
Oltre alla gonnellina di Audrey Hepburn che svolazza davanti al Colosseo in Vacanze Romane, oltre ad Anita Ekberg e il suo “Marcello, come here!” nella fontana di Trevi, oltre ai soliti itinerari da guida turistica della Roma classica, ma anche oltre al più recente, eppure già tradizionale Jep Gambardella, insomma, aldilà di tutti gli stereotipi che hanno onorato Roma nell’Olimpo dell’immaginario collettivo, c’è il nuovo libro Guida alla Roma ribelle, edito da Voland. Un lavoro collettivo, scritto a più mani dai tre giornalisti Rosa Mordenti, Lorenzo Sansonetti e Giuliano Santoro, in collaborazione con l’architetto e urbanista Viola Mordenti, che traccia un diverso itinerario nei percorsi della memoria, dal centro storico alla periferia, dal passato, al contemporaneo, “fino all’era renziana“. Fuori dagli schemi consolidati di città sorniona, politica e clericale, gli scorci di Roma si aprono ad una visione più ampia, svelando l’anima ribelle di un popolo che vive in un desiderio di riscatto perennemente latente, e lo demanda di volta in volta ai suoi poderosi interpreti, Michelangelo, Giordano Bruno, Gioacchino Belli, i partigiani Teresa e Gianfranco Mattei, fino ai nuovi occupanti del Teatro Valle. Pagina dopo pagina, i lettori sono scortati tra le innumerevoli storie che si annidano nei palazzi ammassati del centro storico e di periferia: riecheggiano le arringhe dell’oste Angelo Brunetti, che “in nome del popolo sovrano” si mise contro il Papa Pio IX, e fu, da quella stessa gente, soprannominato scherzosamente Ciceruacchio per via della corporatura opulenta; torna la tensione nei sotterranei di Via Giulia, tra i giovani eroi che hanno fatto la Resistenza; scopriamo il valore artistico dell’ architettura razionalista di Tor Bella Monaca, “tragicamente nota alle cronache” e bistrattata da governi di ogni colore, fino alla proposta tuonante dell’ ex sindaco Gianni Alemanno di demolirla. C’è una città che ha saputo ritagliarsi il merito della genuinità, nonostante un’eredità storica impegnativa, che contemporaneamente opprime ed esalta. {ads1}
In un presente povero economicamente e socialmente, il mondo della cultura sembra affogare nello sguardo al passato, nel tentativo dell’ultimo minuto di arricchire e nobilitare un’epoca che ha pochi meriti intellettuali ed artistici da lasciare in eredità. Spettacolo, arte e letteratura si tuffano nell’ Amarcord degli antichi fasti di un tempo più florido, cercando di ripescare le radici per un germogliare di nuove sperimentazioni. Guida alla Roma ribelle ha il merito di raccontare le vicende genuine che la storia l’hanno fatta indirettamente, deviando dall’enfasi che costruisce sacrari intorno a vicende e personaggi ricordate fino all’ asfissia, e creando con sobrietà un’opera che è monumento alle nostre esistenze. Una guida per passeggiare e riflettere.