YSL: lo spirito passionale e tormentato di un genio
“Quando si ama si è in pericolo, a me è questo che piace”, afferma Yves. La sua è soprattutto una storia d’amore, quella con Pierre Bergé, socio e compagno di vita. Una vita di successi fatta di avventure, difficoltà e tormenti.
Jalil Lespert dirige Yves Saint Laurent, in uscita nelle sale cinematografiche italiane il 27 marzo. Francese in tutto e per tutto, nel bene e nel male, il film è ambientato nella Parigi bohémien degli anni Sessanta, libertina e raffinata proprio come Yves. Un vero avant-gardist, fragile e timido, lui che col suo genio creativo ha dimostrato tanto coraggio da far indossare alla donna pantaloni e giacche da smoking senza farle rinunciare alla sua femminilità. È sempre stato circondato da donne, a partire dalla madre con la quale aveva un rapporto tanto profondo, forse troppo. E le sue muse ispiratrici, prima la sensuale e ribelle Victorie, interpretata da Charlotte Le Bon, poi quello spirito libero di Loulou, il cui ruolo è di Laura Smet.
Yves Saint Laurent vuole essere una storia d’amore, impetuosa e trascinante, profonda e superficiale, fedele e irrispettosa. È sempre stato al suo fianco, questa volta veramente nel bene e nel male, Pierre Bergé è stato la sua anima gemella, la sua razionalità, il suo pezzo mancante. Yves e Pierre sono interpretati da Pierre Niney e Guillaume Gallienne, entrambi provenienti dalla Comédie-Française e “amanti della parola scritta”, afferma il regista. A volte “l’uomo della mia vita” altre “un parassita, un poverino”, è stato difficile e non ci sono dubbi ma ancora oggi Pierre Bergé dimostra l’amore che prova nei confronti del “Piccolo principe della moda”, nonostante quest’ultimo non ci sia più. “Non avrei mai fatto il film senza il consenso di Pierre”, afferma Jalil Lespert e non sarebbe male aggiungere “senza l’aiuto”: un sostegno prezioso sia per il regista sia per gli attori, la presenza di Pierre Bergé è stata indispensabile per donare al film quel qualcosa in più che racconta chi era veramente Yves. {ads1}
“Eri felice solo due volte l’anno, in primavera e in autunno”, racconta Pierre forse in uno dei periodi più bui del grande couturier. Più bui per quanto riguarda la vita reale, alla ricerca della perdizione, uno stato fisico e mentale che Yves Saint Laurent riusciva a proiettare sulle sue collezioni di haute couture con armonia e arte. Aveva una dote legata al desiderio di libertà, una necessità che in quell’epoca avevano in molti ma che in pochi riuscivano a esprimere. Yves Saint Laurent è un contemporaneo ritorno al passato fatto di un susseguirsi di abiti senza tempo che, accompagnati dalla ricerca dei costumi di quel periodo, si trasforma in una retrospettiva di moda. Lo stesso vale per le scenografie che rappresentano pezzi di vita del grande couturier divenendo aspetti della sua creatività, della sua personalità. Il tutto accompagnato dal tocco musicale del francese jazzista prodigio Ibrahim Maalouf che ha realizzato la colonna sonora.