Etiopia: il governo dichiara lo stato di emergenza nazionale
Il Consiglio dei ministri dell’Etiopia ha dichiarato lo stato di emergenza a livello nazionale con effetto immediato. La decisione è arrivata dopo la conquista da parte dei combattenti delle città strategiche di Dessie e Kombolcha, nella vicina regione di Amhara, dove decine di migliaia di persone di etnia Amhara si erano rifugiate dopo l’intensificarsi dei combattimenti.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è dichiarato estremamente preoccupato per l’escalation di violenza nel paese e per la recente dichiarazione dello stato di emergenza; affermando che è in gioco la stabilità del paese e dell’intera regione.
Guterres ha ribadito l’appello per “l’immediata cessazione delle ostilità, accesso umanitario illimitato per fornire assistenza urgente salvavita e un dialogo nazionale inclusivo per risolvere la crisi e creare le basi per la pace e la stabilità in tutto il paese”.
Le autorità di Addis Abeba hanno richiesto ai residenti di prepararsi a difendere la città.
Chi sono i separatisti del Tigrè?
I separatisti del Fronte di liberazione del Tigrè (TPLF), sono una coalizione che riunisce i ribelli antigovernativi della regione del Tigrè.
Ebbe origine il 4 settembre 1974, quando un gruppo di sette studenti universitari del Tigray fondò, ad Addis Abeba, un movimento politico clandestino chiamato Organizzazione Nazionale Tigrina (Tigrayan National Organization). L’obiettivo di tale movimento politico era quello di sensibilizzare la popolazione contro il regime feudale di Hailé Selassié. La struttura di questo movimento si fece più concreta quando il Governo militare provvisorio dell’Etiopia socialista assunse il controllo del paese: il TNO sosteneva che la lotta armata era l’unico modo per porre fine al nuovo regime e ristabilire le libertà democratiche; così nel febbraio 1975, il TNO divenne Fronte di liberazione del Tigrè (TPLF), istituendo la loro base militare a Dedebit, nel Tigray.
Il TPLF era solo uno tra i vari gruppi ribelli del Tigray, il suo punto di forza è stata la guida e l’intraprendenza di Gessesew Ayele: ex membro del Parlamento etiopico rispettato dalla maggior parte del popolo tigrino conosciuto come Sehul.
Grazie ai contatti di Gessesew il TPLF ottenne sostegno logistico, materiale e nuove leve. Nel febbraio 1976 venne reso pubblico il primo manifesto ideologico del movimento che prevedeva la secessione del Tigray dall’Etiopia e la formazione di una repubblica indipendente.
Meles Zenawi, altro personaggio molto forte che guidò il TPLF, introdusse il federalismo nel paese. Nel 2012 la morte di Zenawi ha segnato l’inizio di alcuni problemi per i tigrini, che sono stati progressivamente messi ai margini con l’arrivo di Abiy nel 2018.
Nel corso degli anni i conflitti diplomatici tra il TPLF ed il governo centrale sono stati svariati, il TPLF ha accusato l’FDNE e le forze eritree di crimini di guerra, accuse supportate da video diffusi principalmente dalla Tigrai Media House con sede negli Stati Uniti. Complicato se non impossibile verificare in modo indipendente queste affermazioni a causa del blackout dei media imposto dal governo federale sotto il primo ministro etiope Abiy Ahmed.
Infatti il 29 giugno 2020 Hachalu Hundessa, cantante ed attivista per i diritti civili, è stato ucciso ad Addis Abeba una settimana dopo aver pubblicamente criticato le riforme del Primo Ministro Ahmed. La sua uccisione ha scatenato sommosse popolari e 239 persone sono state uccise da polizia e militari, innescando proteste in diverse parti del Paese. In risposta il governo ha oscurato internet per alcuni giorni al fine di non permettere ai manifestanti di organizzarsi.
Per bandire ufficialmente il Fronte di liberazione del Tigrè, il parlamento etiope ha varato una legge secondo la quale il TPLF è definito organizzazione terroristica, invalidando qualsiasi tipo di elezione regionale tenuta dal movimento.
Nonostante ciò il Governo del Tigray decise di tenere le elezioni a settembre 2020: il risultato fu una schiacciante vittoria del Fronte Popolare di Liberazione del Tigray.
Il 3 novembre 2020 il governo federale etiope guidato Abiy Ahmed Ali, ha dichiarato guerra al Tigray e al suo popolo.
Il Primo Ministro affermò che l’operazione di tipo militare non avrebbe coinvolto nessun civile e che sarebbe durata al massimo cinque giorni. Il conflitto nel corso dei giorni si aggravò, e Abiy respinse qualsiasi suggerimento di mediazione da parte dell’Unione Africana.
Malgrado il governo etiope abbia ripetutamente negato il coinvolgimento delle forze eritree nella guerra, alcuni funzionari governativi hanno dovuto ammettere pubblicamente la presenza dell’Eritrea nel Tigray dopo che sono state rese note dalla stampa prove inconfutabili: l’esercito etiope infatti ha utilizzato la compagnia aerea commerciale del paese (l’Ethiopian Airlines) per trasportare armi da e per l’Eritrea.
Il 23 marzo 2021, il primo ministro Abiy Ahmed, sotto forti pressioni internazionali, si è trovato costretto a riconoscere per la prima volta che le forze militari eritree sono state nella regione del Tigrè.
Il conflitto tra il governo si Abiy Ahmed, supportato dall’esercito eritreo di Isaias Afwerki, e quello del Tigray, dura quasi da un anno ed è già costato la vita a migliaia di persone, provocando milioni di sfollati, 400mila persone a rischio carestia con gli aiuti internazionali bloccati, torture e abusi usati come strumenti di guerra.
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