Loreto e il volo della Santa Casa
La località marchigiana è tra le sedi sede mariane più importanti del mondo cattolico. Grazie a un miracolo che ha dell’incredibile
L’Italia, si sa, è paese di santi, di eroi e di tante altre cose. Ad esempio, è piena di storie di miracoli e di eventi soprannaturali che hanno generato secoli di devozione, di scontri politici e guerre, di produzioni artistiche e di tradizioni. E anche di dispute intorno alla veridicità del fatto miracoloso. Tra queste vicende, una delle più incredibili è quella che ha a che fare con il famoso santuario mariano di Loreto, nelle Marche.
Il santuario detto Basilica della Santa Casa sorge su un poggio, immerso in un paesaggio che pare dipinto da mano rinascimentale, con lo sfondo dell’Adriatico e del Conero. Poco più giù c’è Recanati, e il colle da cui il miscredente Leopardi vedeva l’Infinito. Un luogo in cui la densità d’incanto ha già in sé qualcosa di miracoloso.
Ed è qui che gli angeli, non sappiamo quanti, nel 1296 posano la casa di Maria la madre di Gesù, quella in cui aveva ricevuto l’Annunciazione e l’Immacolata Concezione, e in cui lo stesso Gesù aveva vissuto per qualche decennio. Tre pareti in pietra, perché la quarta era costituita da una grotta, altezza tre metri e superficie abitabile di poco superiore ai 30 metri quadri. Una casetta di modeste dimensioni, dati i tempi, i luoghi e il reddito della famiglia. Eppure simbolo devozionale potentissimo, venerato dai cristiani fin dai primi secoli già nella sua collocazione originale, a Nazareth.
La Santa Casa: un trasloco difficile
L’intervento degli angeli è tempestivo. Nella primavera del 1291, dopo l’assedio di San Giovanni d’Acri, cade il regno crociato di Gerusalemme, la Terrasanta viene conquistata dai mussulmani e La Santa Casa, lì dov’è, rischia di grosso. Infatti proprio in quei giorni sparisce, nel senso che gli angeli la staccano – a Nazareth restano solo le fondazioni – e la portano via in volo. Non vanno direttamente a Loreto, però: la portano a Tersatto, vicino Fiume in Istria, vai a sapere perché. Lì la Casa non si trova bene: ladri e predoni rapinano i pellegrini, e gli angeli la staccano nuovamente (a Tersatto, in una cappella Frangipane, c’è ancora scritto “La Santa Casa della Beatissima Vergine Maria venne da Nazareth a Tersatto il 10 maggio 1291 e si ritirò il 10 dicembre 1294”) e la portano nei pressi di Ancona, in località Posatora (Posa-et-ora, fermati e prega). È la notte del 10 dicembre di tre anni e mezzo dopo: quella data, quando la Casa tocca il suolo pontificio, diventerà la festa della Madonna di Loreto nel calendario liturgico. La Regione Marche, nel 2005, la dichiarerà anche “Giornata delle Marche”.
Ma si tratta di un’altra collocazione provvisoria. Ancona è città di mare, troppo esposta a pirati e predoni: nove mesi dopo ne segue una presso il porto di Recanati, in un boschetto di proprietà di tale Lauretta o Loreta, da cui deriva l’espressione “Madonna di Loreta”; anche lì si diffondono i briganti e si rende necessaria una quarta traslazione, sempre in zona, nel terreno dei conti Rinaldi di Antici, presso il monte Prodo. Accade però che i conti rivendicano la proprietà della Casa e delle relative donazioni dei pellegrini, perchè in fondo si trova sul loro terreno; e quattro mesi dopo gli angeli sono costretti ad un quinto, ultimo e definitivo trasloco. Sono spazientiti e forse sfiniti: la lasciano così, un po’ in bilico tra la pubblica via e un fosso, dove si trova oggi; ci sono lampi di luce e altri prodigi nel cielo. E’ di nuovo il 10 dicembre, anno del Signore 1296.
L’afflusso di pellegrini è enorme. Si rendono necessarie prima una copertura, poi delle colonne, poi un ricovero per i fedeli, insomma a poco a poco intorno alla casupola sorge un santuario a cui hanno messo mano nel tempo Bramante, Francesco di Giorgio Martini, Antonio e Giuliano da Sangallo, Andrea Sansovino, Vanvitelli, il Pomarancio, Federico Zuccari, per citarne solo alcuni. Un capolavoro del Rinascimento italiano, all’altezza del Santo Trasloco, visitato da santi, papi e governanti di ogni epoca. Il prossimo 8 settembre ci andrà lì il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.
La ‘questione lauretana’
È difficile dar conto di una vicenda tanto inverosimile senza meravigliarsi di come possa aver generato tanta devozione. Milioni di fedeli ci credono davvero e vanno in pellegrinaggio a Loreto, anche perché lì c’è pure la famosa Madonna Nera, che compie miracoli e guarigioni. La Chiesa Cattolica, ufficialmente, riconosce le “Traslazioni Miracolose” come vere, non come semplice tradizione. Sono state promosse procedure canoniche di “delitto di falso” nei confronti di Padre Giuseppe Santarelli, Direttore della Congregazione Universale della Santa Casa, che aveva sostenuto la tesi del trasporto umano del manufatto. In virtù del trasporto volante, la Madonna di Loreto nel 1920 è stata anche dichiarata patrona degli aviatori da papa Benedetto XV – quest’anno ne ricorre il Giubileo, per celebrare i cento anni della Proclamazione.
Assurdo? Probabilmente. Ma la cosa sembra essere meno semplice di come sembra. C’è chi ha parlato di un “Codice da Vinci” lauretano, e nella Chiesa si dibatte di una vera e propria “questione lauretana”.
Intanto, le pietre, le malte e le tecniche costruttive, oltre che le dimensioni delle tre mura, sono compatibili con il sito in Galilea, dove restano solo la grotta e le fondazioni custodite dalla la moderna Basilica dell’Annunciazione. Studi archeologici compiuti negli anni ’60 dimostrerebbero dunque che quella di Loreto è effettivamente la ‘parte mancante’ di Nazareth, che sia davvero la casa di Gesù o no.
Trasportata dagli Angeli… di Costantinopoli
La casa potrebbe essere stata evacuata dalla Galilea ad opera della famiglia Angeli o De Angelis, ramo della dinastia imperiale dei Comneni di Costantinopoli, visto che un documento del 1294 citerebbe, tra i beni della dote di Margherita, sposa di Filippo d’Angiò, “le Sante pietre portate via dalla casa della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio”. Questi l’avrebbero dunque donata alla Santa Sede quando era papa Celestino V e cardinal vicario Salvo, vescovo di Recanati: lui potrebbe averne disposto la collocazione nella sua diocesi, e la casa sarebbe effettivamente stata trasportata dagli Angeli, ma “questi angeli non sono quelli del cielo. Il tempo obnubilò a poco a poco il fatto storico, e agli Angeli di Costantinopoli, la credenza popolare sostituì gli angeli del cielo”, annota agli inizi del ‘900 monsignor Landrieux, arcivescovo di Digione, appassionato di ‘questione lauretana’.
Il mistero continua, i miracoli no
Il problema è che di tale documento esiste solo una copia ottocentesca, ritenuta poco attendibile, e che le origini principesche e bizantine millantate dagli Angeli sono poi risultate fasulle. È inoltre scientificamente acclarato che le Sacre Pietre non sono mai state smontate le une dalle altre, e che il legante che le tiene insieme è tuttora quello originale, per cui la Casa risulterebbe integra ed effettivamente poggiata in modo casuale, in bilico tra un tracciato stradale e un fosso. Sotto la giacitura delle pietre, prive di fondazione, sono stati trovati cespugli, ghiande, gusci di noci, ossicini, che sarebbero testimonianza di un “impatto” e di un appoggio estemporaneo. Tutto ciò spinge il sito della basilica lauretana a pubblicare un articolo dal titolo piuttosto impegnativo: Santa Casa, la scienza avvalora la traslazione miracolosa. Le discussioni continuano. E anche il mistero.
Se si sia trattato di miracolo o meno, ognuno lo decide per sé. Comunque, se di intervento divino si è trattato, non si è replicato nel 1921: nella preziosa basilica di Loreto scoppiò un incendio terribile. Andarono perduti gli affreschi del Pomarancio, secoli di opere d’arte e la famosissima e veneratissima Madonna Nera, che arse come un vecchio tavolino. Quella di oggi, adorata da fedeli e pellegrini di tutto il mondo, è una copia modellata da Enrico Quattrini e dipinta da Leopoldo Celani.
Non è più il tempo di icone acheropite, prodotte da mani divine. E pare che di mettere in salvo cose e persone, gli angeli da allora non ne vogliano più sapere – gli angeli del cielo, almeno.