Camila Vallejo, la speranza del Cile

Nello scorso dicembre la coalizione di sinistra Nuova Maggioranza, che raccoglie i partiti del centro e della sinistra cilena, guidata da Michelle Bachelet ha vinto al ballottaggio contro l’avversaria della destra Evelyn Matthei.

La vittoria di Nueva Mayoria segna il ritorno al governo della coalizione di centro sinistra che ha guidato il Cile dalla fine della dittatura di Pinochet, con l’unica eccezione del governo di destra uscente di Sebastian Pinera. A caratterizzare queste elezioni è stata proprio la nascita di Nueva Mayoira, che sostituisce la Concertazione dei Partiti per la Democrazia nata nel 1987 per sostenere il No nel referendum per il prolungamento del governo militare di Pinochet. Della Nuova Maggioranza infatti, fanno parte anche i partiti dell’estrema sinistra come il Partito Comunista Cileno, rimasti finora all’opposizione, che con un passo epocale hanno deciso di sostenere la maggioranza guidata dalla Bachelet. Il baricentro della nuova coalizione di governo, particolarmente marcato dalla presenza dei deputati comunisti, si sposta dunque verso sinistra e promette profonde riforme sociali e culturali per combattere la disuguaglianza. {ads1}

È stata proprio questa prospettiva a convincere il volto forse più noto di questa avventura elettorale, quello di Camila Vallejo, ex-leader del movimento studentesco, che a soli 25 anni entra in parlamento nelle file de Partito Comunista. Nell’intervista al quotidiano «Il Manifesto» (11 marzo 2014, Geraldina Colotti,Un altro Cile è possibile), la Vallejo racconta le sue aspirazioni e i propositi del grande «progetto collettivo» del quale fa parte. Al centro delle sue priorità, naturalmente, pone una riforma educativa che renda l’istruzione un diritto fondamentale garantito dallo stato e non un privilegio per chi è in grado di permetterselo.
Camila inoltre, e visti i proclami populistici che ascoltiamo in Italia questo dovrebbe farci almeno sorridere, ribadisce quanto secondo lei sia necessario che i processi legislativi siano condivisi e partecipati dalla gente. Non sono a parole, ma attraverso la creazione di quelli che ella stessa definisce «spazi di colegislazione popolare», all’interno dei quali i cittadini possano essere messi al corrente dei lavori del congresso ed essere parte attiva per quanto concerne la discussione e la presentazione delle leggi.

Camila Vallejo e Nueva Mayoria, determinate a ottenere una vera Assemblea Costituente per il Cile (ancora fondato sulla costituzione concessa da Pinochet), non avranno vita facile. Ma in loro è possibile intravedere la speranza che le cose cambino in meglio e che l’ormai vecchio Nuovo Mondo possa suggerire la via a quello vecchio e basta che non riesce più a orientarsi bene.

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