Da qualche tempo a questa parte la Thailandia sembra aver rapito il cuore ed il “passaporto” a molti italiani e osservando le foto degli scenari selvaggi che offre ai suoi visitatori non c’è da stupirsi. Nel 2018 la quota di italiani che hanno scelto questo paese come meta turistica è salita del 6%, valore che stando alle previsioni può solo che aumentare nel corso degli anni. Le motivazioni che spingono sempre più persone a visitare, ed altre a tornare in Thailandia sono molteplici e forse è proprio qui che si nasconde la magia dell’attrazione fatale che suscita questo paese: quasi tutti trovano la loro Thailandia. Questa terra dalle radici antiche ha diversi volti, mille sfaccettature e altrettante contraddizioni che segnano il suo popolo. La storia, la cultura, il turismo, il commercio e le tradizioni, sono queste le 5 anime di un paese solo chiamato Thailandia ma conosciuto da molti come la terra del sorriso. 

C’era una volta l’impero Siamese

La storia della Thailandia ha radici vecchie di ben 40.000 anni, come testimoniano i reperti archeologici che dimostrano la presenza di insediamenti umani già nel paleolitico; ma per iniziare ad intravedere la “forma” dell’attuale popolazione thai bisogna spostare la linea del tempo un pò più avanti, più precisamente con l’avvento dell’impero di Khmer. La nascita di questa potenza avvenne in Cambogia, e a partire dal IX secolo si estese anche nel sud-est asiatico, luogo dove affermò la sua supremazia, raggiungendo un periodo di grande espansione. L’avvento di questo impero portò anche una ventata di grande civilizzazione alla Thailandia come testimoniano oggi le rovine dei templi e dei palazzi di Angkor, facendola diventare anche un modello per lo sviluppo delle città di quel tempo nelle valli del Mekong e del Chao Phraya. Nel XIII sec. fece sentire la sua voce il popolo siamese -gli odierni thai- ribellandosi a Khmer e creando nel 1238 il Regno di Sukhothai. Così la cultura siamese che si portava dietro il bagaglio delle arti indiane, diede inizio alla formazione della cultura thai che ancora oggi vive in Thailandia, partendo proprio da uno dei mattoni principali di una civiltà: l’alfabeto.

La Cultura thai e le sue tradizioni

La religione ufficiale della Thailandia è il Buddismo Theravada, professato dal 95% della popolazione; cultura e tradizioni dei thai sono strettamente legate alla loro religione. I monaci sono figure estremamente rispettate da tutti poiché, oltre a rivestire un ruolo spirituale molto importante, si occupano in maniera particolarmente attiva del sostegno dei bisognosi.

 

Nonostante il buddismo sia la religione predominante i thailandesi sono estremamente tolleranti verso le altre religioni, infatti convivono pacificamente con un 4% di musulmani e l’1% di cristiani. La loro estrema tolleranza e la quasi totale assenza di giudizio, derivata dai dogmi della loro religione, ben si sposano con la loro pudicità. I thai sono persone tendenzialmente molto pudiche, sono vietate persino le scene in cui uomini e donne si baciano nei film, ma all’interno delle loro mura o in luoghi predisposti possono prendersi le loro libertà e godere dei piaceri della vita senza paura di creare scandalo; per questo anche la prostituzione ha dei luoghi specifici in cui viene esercitata. In pubblico sono da evitare imprecazioni, gesti di minaccia o espressioni di rabbia che sono considerati nella cultura locale segni di mancanza di carattere e debolezza.

Il saluto thailandese è differente da quello diffuso in occidente: si congiungono le mani come in posizione di preghiera, questo saluto si chiama Wai. I piedi invece sono considerati una parte molto brutta del corpo, tanto da rendere maleducato puntarli in direzione di qualcuno e offesa alla religione se questi sono direzionati ad una statua del Buddha. Per visitare i templi bisogna indossare abiti lunghi, non sono ben viste le canotte e bisogna levarsi le scarpe; anche se si entra in casa di una famiglia thailandese bisogna restare a piedi nudi e bisogna evitare di restare troppo in piedi, particolarmente se in presenza di persone anziane.

Un pilastro della cultura tailandese è l’autoctona arte marziale meglio nota come muay thai (boxe thailnadese), la quale include nei suoi riti primordiali, dei quali è pregna, un forte legame religioso e culturale con la sua nazione di appartenenza.

Commercio e turismo: due facce della stessa medaglia

L’anima industriale della Thailandia si concentra nella capitale: Bangkok. Frenetica e laboriosa, il chiasso che caratterizza le strade sembra cantare la sua canzone ritmata e impaziente. Le miniere di stagno e tungsteno fanno la loro parte nell’economia del paese, unite _dsc0116ai giacimenti di lignite e di gas naturali, i quali costituiscono buona parte delle fonti energetiche. Nonostante tutto la Thailandia non ce la fa a far quadrare il bilancio solo con il commercio, risollevato dal settore turistico. Mare, sport o semplicemente voglia di accostarsi ad una cultura nuova, le motivazioni che spingono sempre più turisti a scegliere la Thailandia sono molteplici come gli scenari che ha da offrire. Phuket, Koh Samui, Phi Phi island con la caratteristica monkey beach sono tre mete estremamente gettonate per le loro spiagge. Tutta questa fama però hai avuto il suo rovescio della medaglia, tanto da portare alla chiusura ai turisti di Maya Bay ( a Phi Phi), la celebre spiaggia protagonista nel film del 1990 “The beach” con Leonardo DiCaprio. L’ecosistema marino non ha retto i 5000 turisti i giorno che hanno causato danni alla barriera corallina.

Lontana da contaminazioni e più conservatrice della vera essenza della Thailandia è la parte nord del paese. Qui la quiete regna sovrana ed i ritmi della vita non sono scanditi da quelli del commercio turistico. Dopo aver visto i diversi volti della Thailandia, bisogna andare a nord per guardarne l’anima che ancora regge alle incursioni turistiche restando quasi intatta. Tra le città più rurali c’è la provincia di Chiag Rai, la più settentrionale di tutta la Thailandia. Rilassante e spirituale con il suo Wat Phra Kaeo, il tempio Buddhista dove un tempo risiedeva il famoso Buddha di Giada, che ora si trova a Bangkok. Chiang Rai è anche un punto d’accesso per chi vuole visitare i vari villaggi tribali disseminati nella zona e per chi vuole fare trekking.

I volti della Thailandia nascondono tantissime espressioni che possono essere colte solo da chi viaggia con gli occhi e la mente aperti.

Tutti i diritti delle foto sono riservati a Cristina Cosmano.

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