L’8 marzo di Amnesty International
In occasione della festa della donna Amnesty International ha portato in scena, sul palco del Teatro Belli, tutto quello che per troppo tempo abbiamo finto di non vedere. Solo nel 2013, in Italia, 129 donne sono state vittime di femminicidio, uccise da assassini raramente sconosciuti, spesso dai propri compagni.
Nel nostro paese il 90% dei casi di violenza domestica ancora non viene denunciato. Spalle alla telecamera, una giovane mamma dall’accento romano, racconta con voce flebile l’inferno quotidiano vissuto al fianco di un compagno che parlava di lei come di “un tappetto che ho raccolto, spolverato e sistemato a casa mia“. L’inquadratura è ferma sui lunghi capelli neri intrecciati in un grande fiocco rosso, mentre la donna ricorda il terrore mattutino all’idea che il lui si svegliasse, la sensazione di apnea, le carezze nel letto che diventano mani addosso,il senso di colpa nei confronti dei figli costretti ad assistere agli episodi di violenza, ma soprattutto un grande senso di solitudine. Poi finalmente la pretesa di una nuova dignità e linizio della rinascita. In occasione della Giornata internazionale della donna, Amnesty International organizza una grande mobilitazione in tutta Italia. “L’Italia è un paese in cui si fanno tanti primi passi“, ha esordito Antonio Marchesi, Presidente di Amnesty International Italia, spiegando al pubblico attento del Teatro Belli gli ostacoli che ancora oggi trova nella nostra società l’applicazione della Convenzione di Instanbul, firmata nel 2011 da 29 stati dell’Unione Europea, a difesa dei diritti delle donne. Ottantuno articoli, divisi in 12 capitoli, condannano ogni forma di discriminazione sessuale e di violenza, fisica e psicologica, esortando i governi ad adottare misure in forma repressiva, ma soprattutto preventiva. {ads1}
Nel giorno dedicato a tutte le donne, Amnesty ha scelto l’attrice Isabel Russinova, attualmente impegnata nel Teatro trasteverino con lo spettacolo Una donna spezzata, come nuova testimonial della campagna anti-violenza, in riconoscimento all’impegno dedicato negli anni in favore della causa femminile. “Amnesty ha bisogno del mondo della cultura” ha proseguito Marchesi “la prevenzione si fa anche attraverso la cultura, costruendo una cultura dei diritti umani che educhi alla nonviolenza e alla bellezza dell’amore.”La violenza sulle donne è uno scandalo quotidiano dei diritti umani, fermarla è urgente e necessario. Per difendere le donne che ogni giorno subiscono violenze e rischiano la vita e per restituirsi dignità, è nata una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, che scade il 16 marzo, tramite sms solidale al 45599, perché, come ripete Isabel “A volte basta un euro per salvare una vita!”