Al Maxxi l’universo globale di Zerocalcare
Presentata al Maxxi la prima mostra monografica dedicata a Michele Rech (1983) alias Zerocalcare, personaggio contemporaneo indagato nelle sue diverse sfaccettature che questa rassegna ci restituisce in tutta la sua interezza dal 10 novembre al 10 marzo 2019. E’ il Presidente del Maxxi Giovanna Melandri, nell’affollatissima e informale conferenza stampa, a sottolineare la modernità e l’importanza di questo evento underground che colloca a pieno titolo il fumetto nelle direttrici di ricerca del Museo “che apre le sue sale ad un artista cruciale e legato indissolubilmente al nostro contemporaneo, autore di lavori straordinari a più cifre e diverse chiavi di lettura. La denuncia, l’ironia, la tenerezza, un’indagine introspettiva e una visione personale del mondo convivono in un unicum in questo artista che andava raccontato e che solo il Maxxi per vocazione poteva fare”. Un lavoro curatoriale eccelso e ben incardinato da Giulia Ferracci che ha ricostruito fisicamente le sembianze di un armadillo per rendere visibili al meglio le sue varie fasi artistiche, dalle fanzine alle locandine fino a giungere alle colonne del suo blog e all’attività editoriale inaugurata nel 2011 con la Profezia dell’Armadillo. Una rappresentazione concreta ed esauriente di un artista in bilico tra precariato e web che Roma ha adottato e il quartiere di Rebibbia ha fecondato dandogli voce e quell’estro creativo compiuto che dall’Armadillo in poi regala ai suoi lettori storie e racconti che attraversano trasversalmente i temi salienti del sentire umano. Questa mostra con le sue sezioni tematiche e temporali colloca Michele a pieno titolo nell’Arte contemporanea, una mostra necessaria per capire meglio le evoluzioni della comunicazione mediale che Zerocalcare incarna a pieno titolo. Scavare fossati e nutrire coccodrilli, questo il titolo della rassegna, è una riflessione biografica e attuale sul momento storico contingente che fa leva sull’emotività e la metafora grottesca, tipici marchi di fabbrica del nostro, un cammino ordinato in quattro diversi cronologici nuclei espositivi: Pop, Tribù, Lotte e Resistenza, Non Reportage. Si parte con la fase Pop che mostra illustrazioni e fumetti che affrescano la sua generazione nativa, quella dei favolosi anni ottanta. Ritratto di un’epoca tra Game Boy e fumetti Marvel, supereroi e animazioni Pixar, una classe di privilegiati che ha visto svanire man mano la sua rendita di posizione. Constatazioni desolanti e rese con ironia attraverso icone pop e fumetti cult come Pedagogia e Iggiovanidoggi, ai quali si aggiungono i demoni contemporanei che i social network incarnano con i temi della produttività e reperibilità. Chiudono la sezione alcune tavole tratte da episodi di vita quotidiana nella quale l’immedesimazione narrativa è lampante e familiare. Lotte e resistenze indaga a più livelli con poster, illustrazioni e fanzine autoprodotte le tematiche della vita civica e della cultura underground, le cui fondamenta sono da ricercare nei movimenti di opposizione sociale, le conquiste politiche e la cultura delle differenze. La cronaca politica e gli abusi di potere completano un quadro di denuncia che Zerocalcare affronta frontalmente con Copsville e Questa non è una partita a bocce nelle quali emerge nitidamente la protesta e l’indignazione verso la morale fascista e la privazione dei diritti civili. Il terzo nucleo della mostra, il Non Reportage, incuriosisce già dal titolo e fa leva su un evento che Zerocalcare reputa il naturale spartiacque della sua esistenza: il G8 di Genova. Da qui partono una serie di tavole che affrontano il fenomeno e la sua portata nelle nostra coscienze come ben rappresenta una parete nera che accoglie tavole e poster a tema, tra i quali spiccano La memoria è un ingranaggio collettivo e Non è finita. I temi trattati si allargano ad esperienze personali e di viaggio che toccano Gaza, l’Iraq e Kobane dove i curdi che resistono all’ISIS sono raccontati nel libro Kobane Calling pubblicato sul settimanale Internazionale. Il reportage si fa diario intimo inglobando l’emotività individuale di un viaggiatore contemporaneo costretto a confrontarsi in molti casi col degrado urbano – come quello raccontato in La città del decoro rivolto alla nostra Capitale – e con eventi mondani riassunti in Best Movie le cui tavole recensiscono i film in Concorso al Festival di Venezia del 2016. Cuore pulsante e conclusivo della mostra è Tribù che attraversa trasversalmente tutti i temi portanti della sua opera. Quaranta tavole illustrate ci raccontano la sua “verità” che si fonda sul concetto di Punk quale riserva indiana e casa naturale di appartenenza. La scena punk si declina in correnti, look e generi musicali diversi dove convivono ideologie e stili di vita variabili e impossibili da inquadrare in un pensiero unico, come testimoniano le copertine dei cd e dei vinili o le locandine dei concerti che legano per affinità le politiche radicali e la musica estrema. E’ questo il fulcro espositivo che sintetizza e omaggia la complessità di un universo ribelle e multiforme a cui Zerocalcare da voce col talento della sua matita. A corollario della rassegna sarà possibile visionare il progetto Demopatia, Viaggio nelle viscere della democrazia, uno storytelling scritto e realizzato dall’ Associazione Action Aid e a cui Michele ha prestato voce e disegni, un progetto digitale innovativo ricco di reportage e interviste di approfondimento a personaggi autorevoli fruibili attraverso un’apposita App disponibile a inizio 2019. La ricchezza di contenuti e la varietà dei mezzi espressivi fanno di questa rassegna un crocevia obbligatorio da non perdere e di Zerocalcare un personaggio unico, in costante evoluzione e sintomatico del mutevole linguaggio dei tempi.