Trionfo dello sport in F1: le ironiche pagelle del GP del Brasile
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – Prendiamola a ridere, perché oggi, se fossimo seri, finiremmo per dire cose di cui poi ci pentiremmo. E dunque sceglierò la via zen, della risata, per alleggerire il peso di una delle stagioni di F1 più strazianti dell’era moderna. Una stagione dove non c’è stata mai una parvenza di regolarità, su nulla. Credevamo di aver visto e toccato il punto più basso della competizione motoristica per eccellenza, e invece, ormai è chiaro, hanno iniziato a scavare. Ecco i voti, in chiave esplicitamente ironica, di quanto visto in Brasile.
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 10: LA GRINTA DI OCON – Lo avevamo criticato tanto a Montecarlo per aver lasciato passare, senza neppure essere doppiato, il compagno di scuderia (inteso come scuderia di piloti gestita dalla Mercedes) Hamilton. Oggi ci ha dimostrato che lui non è il pilota arrendevole che avevamo creduto. Lui è un duro, e lo dimostra trovando il modo di toccarsi con l’avventato Verstappen, reo di aver provato a doppiarlo in regime di bandiera blu. Una resistenza stoica e sublime, che lo proietta immediatamente nel Gotha dei piloti di Formula 1. Lo Stop&Go inflitto dai solerti giudici della FIA è un piccolo prezzo da pagare per un grande atto di coraggio e di orgoglio. Il migliore in pista per distacco. CLASSE PURA
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 9: IL FENOMENO THE LEGENDtm – Signori e signori, giù i cappelli e pronti a spellarvi le mani davanti al più grande pilota di tutti i tempi. Hamilton trionfa nel circuito che fu la casa di Senna, lo fa per la seconda volta nella sua carriera, e pone la ciliegina sulla torta sul mondiale costruttori più meritato dell’ultimo lustro. Le ciliegine sulla torta, in realtà, sono state più d’una. La prima, aver provato a toglierci l’imbarazzo di dover continuare a guardare un brocco come Sirotkin girare in pista. Una manovra che voleva essere un regalo a tutti noi fan, e che molti non hanno compreso e di conseguenza apprezzato. La seconda, aver ricordato ad un vecchio finlandese in Ferrari, ormai prossimo alla pensione, che ben presto le uniche attività che gli potranno dare gioia saranno quelle della terza età, tipo guardare i cantieri con le braccia dietro la schiena. Hamilton è un campione vero, un uomo onesto e sopratutto un pilota che non sbaglia mai, come testimonia la totale assenza di sanzioni a suo carico. Lui vince, anzi, che dico, domina, e sopratutto lo fa senza aiuti, con le sue forze, come solo i veri campioni sanno fare. ESEMPIO PER TUTTI
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 8: LA SCUDERIA MERCEDES – Onore e gloria ai campioni del mondo. Cinque anni di incontrastato dominio, suggellato dalla stagione più limpida e netta dell’intero lustro. Un campionato dominato sin dalle prime prove, dove è parso subito evidente come la Mercedes fosse la macchina migliore nella gestione delle gomme e del passo gara. Una stagione senza ombre, vinta senza bisogno di ricorrere a soluzioni aerodinamiche controverse, bandite per taluni, permesse per altri. Una stagione dove non sono serviti ordini di scuderia, dove non si è ricorso all’aiuto, saltuario, di piloti di altre scuderie sotto contratto con la casa delle tre punte. Un dominio limpido, netto, inappellabile. Una storia che fa bene allo sport, che rende un grande ritorno alla Formula 1 tutta. Un’epica parentesi di correttezza e sportività. CAMPIONI DEL CUORE
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 7: L’INCOMPRESO BUON SENSO DELLA FIA – Il tifoso medio, becero e anche un po’ ignorante, non ha compreso l’acuto lavoro svolto questa stagione dalla FIA. La scelta di raddoppiare i sensori sulle diaboliche batterie Ferrari, progettate da Mefisto in persona e contrarie al regolamento, alla buona educazione e pure ad un paio di comandamenti, era un atto dovuto, necessario. Non lo era invece indagare su degli innocui forellini, troppo piccoli per poter davvero servire a qualcosa. D’altronde è risaputo che gli ingegneri con un QI da NASA amino forare le cose senza un reale motivo, è una sindrome nervosa che si sviluppa durante il terzo anno di ingegneria meccanica, e prende il nome di foratus compulsivus. Anche la gestione delle penalità è stata controversa. Da un lato aver lasciato impunito Sirotkin per essersi permesso di girare sulla stessa pista di “The Legendtm” è qualcosa che, chiaramente, lascia interdetti. Dall’altro era giusto e doveroso fermare la Ferrari di Vettel per il controllo del peso proprio nella fase più concitata delle qualifiche, anche se la mancanza di penalizzazione allo stesso, per aver investito un prezioso birillo, è ancora una volta una scelta che non ci sentiamo di condividere. Ci vogliono regole certe e pene severe e i birilli vanno tutelati. TROPPO PERMISSIVI
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 6: L’OTTIMA REGIA BRASILIANA – In un Gran Premio ricco di sorpassi e colpi di scena, non è sempre semplice cogliere tutti i fatti salienti nell’arco di settanta tornate. L’ottima regia brasiliana invece, è riuscita nell’eroica impresa di non farci perdere nemmeno un istante di quanto di più inutile e noioso sia capitato in pista. Mentre c’erano i sorpassi e i duelli più appassionanti, il regista, chiaramente impegnato a guardare le repliche del carnevale di Rio su You Tube, stava inquadrando i meccanici nei box. Quando Verstappen si è girato, abbiamo potuto assistere ad un raffinatissimo primo piano di un commissario di gara intento a grattarsi. Mentre Verstappen attaccava Hamilton, le telecamere indugiavano sul replay di un duello del 1993. REGIA SUL PEZZO
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 5: IL FAIR-PLAY DI ALONSO – Quanto mancherà la F1 ad Alonso il prossimo anno? E quanto mancherà Alonso alla Formula uno? Ma il quesito più importante è, quanto mancherà Alonso a tutti i tifosi della Ferrari, e quanto mancherà ad Alonso poter dimostrare il suo eterno amore per la scuderia del cavallino? Durante questa travagliata stagione, se c’è stata una cosa a cui Nando non ha mai rinunciato è stato agevolare le Ferrari. Anche oggi, quando ha visto che Raikkonen stava rovinando le sue gomme nel tentativo di sorpassare Bottas, il prode Alonso, doppiato, ha ben pensato di far passare il primo ma non il secondo, per concedere quel piccolo distacco che potesse permettere alle prese d’aria di Kimi di tornare a incanalare aria pulita. Un vero eroe, un uomo che ci mancherà infinitamente. NON CI LASCIARE NANDO
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 4: LA PROVA DI RAIKKONEN – Una gara scialba quella del futuro pensionato Kimi, un podio senza gloria, per il quale deve ringraziare unicamente la magnanimità del compagno di squadra Vettel che oggi si è accollato l’onere della macchina tarlata. Kimi ha fatto il suo, ha tenuto dietro Ricciardo, pilota quasi mai pericoloso o avvezzo ai sorpassi, e si è visto bene dall’infastidire il Verstappen o l’Hamilton di turno. Una gara onesta, dopo una qualifica onesta. Per le emozioni, per la gestione delle gomme, per la classe rivolgersi altrove. PODISTA
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 3: L’INSOLITA GARA DI RICCIARDO – Ricciardo si è permesso di finire un Gran Premio. Già questo basta a giustificare la grave insufficienza. Come se non bastasse poi, si è concesso il lusso di passare in modo spettacolare piloti del calibro di Vettel e Bottas, arrivando addirittura ad impensierire Raikkonen. Una gara inqualificabile e ingiustificabile da chi ha già firmato per la Renault. Tutti si aspettavano una rottura, un problema elettrico, una foratura, un meteorite. Invece niente. Una gara senza imprevisti, senza rogne, e senza nemmeno una sportellata da una Force India. CHE NON SI RIPETA
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 2: IL COLPO DI TESTA DI LECLERC – Ormai la F1 si è riempita di questi ragazzini che si sentono dei Villeneuve appena arrivati. L’ingegnere di pista, in qualifica, gli da un ordine preciso: “rientra ai box è inutile continuare in queste condizioni”, e lui invece si permette di restare fuori, di provare a “fare il tempo”, dicendo che tanto: “non ha niente da perdere”. Arroganza, strafottenza, condita dall’umiliazione gratuita per il povero ingegnere di pista quando l’Alfa Sauber del francese passa il taglio. Una pagina molto brutta di Formula 1, che assume dei contorni ancora più squallidi in gara, quando regala il sesto posto al futuro compagno di squadra Vettel solo per ingraziarsi i nuovi tifosi. Cose che non vorremmo mai vedere e che non fanno bene allo sport e sopratutto danno degli esempi molto sbagliati ai giovani, che devono imparare a rispettare gli ordini di scuderia. ARROGANTE
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 1: IL DISASTRO RED BULL – Una giornata da buttare per le Red Bull. Dopo il dominio in Messico arrivano un secondo e un quarto posto che non possono far felici i proprietari della bibita che ti mette le ali. La colpa è chiaramente dei due piloti, incapaci di gestire la pressione di una gara tra i primi. I due finiscono infatti per commettere degli errori banali. Ricciardo, addirittura, chiude la gara senza guasti, una cosa davvero impensabile al via. Verstappen invece riesce a farsi buttare fuori in un maldestro tentativo di doppiaggio. Una pagina nera per una squadra che aveva trovato la sua giusta collocazione tra il quinto e il sesto posto, ad un minuto di distacco dai primi, e che invece ha voluto a tutti i costi tornare a competere per posizioni che non le competono. AZZARDATI
LE IRONICHE PAGELLE DEL GP DEL BRASILE – VOTO 0: L’ORRIBILE GARA DI VERSTAPPEN – Il peggiore di giornata è stato, senza ombra di dubbio, il numero 33 Verstappen. Una gara che poteva essere dominata in lungo e in largo, e che invece è stata gettata alle ortiche nello scellerato sorpasso di uno tosto come Ocon. La verità è che quando davanti hai piloti di un certo spessore, doppiati o meno che siano, tu non gli devi lasciare scampo né possibilità di replica, non puoi dargli il minimo appiglio, perché un pilota come Ocon ti punisce alla prima occasione. Verstappen è stato leggero nella lettura della situazione, andando incontro ad un rischio inutile. Questa è la grande differenza con The Legendtm, uno che avrebbe certamente gestito un sorpasso così complesso in tutt’altro modo, e che per questo motivo è un super campione del mondo, cosa che Verstappen, probabilmente, non diventerà mai. SUPPONENTE
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