Il sorpasso, a Palazzo Braschi l’entusiasmo e la crescita dell’Italia del Dopoguerra
A guardare il Bel Paese di oggi, così privo di speranza nel futuro e di una politica seria e lungimirante, sembra di scrutare un’altra Italia rispetto a quella che settant’anni fa è riuscita a rialzarsi dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, dando vita ad un tumultuoso sviluppo – economico e sociale – ammirato in tutto il mondo e di cui ancora oggi si sente nostalgia. Per raccontare quegli irripetibili e intensi 15 anni di storia italiana, Palazzo Braschi ospiterà fino al prossimo 3 febbraio 2019 la suggestiva mostra fotografica Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961, curata da Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia.
160 immagini d’autore e di fotografi anonimi per raccontare un paese che dalla dura ricostruzione post-bellica al clamoroso boom economico degli anni ’60 entrò per sempre nella modernità, innescando un cambiamento che coinvolse ogni aspetto della vita, politica e privata, mutandone per sempre gli aspetti più arcaici e arretrati, sorpassando molti paesi europei e riuscendo a superare persino sé stesso. Fanno quasi commuovere le immagini di donne e uomini costretti a lasciare la propria amata terra per cercare fortuna nelle due Americhe, quelle di un paese lacerato da tensioni sociali e politiche, da incolmabili disuguaglianze tra nord e sud, ma al contempo unito da uno stesso desiderio di ricostruzione fisica e morale, da una comune passione sportiva – quella per il ciclismo, per esempio – fatta di sudore e fatica, capace di abbattere ogni differenza economica e sociale e riunire tutti davanti ad uno schermo acceso. Ma ancora immagini della lotta tra sindacati e industriali, quelle della costruzione incontrollata di nuovi alloggi e nuove strade, accanto a quelle di star del cinema che trovano nelle strade di Roma l’atmosfera di una nuova Italia e di una “Dolce Vita”che non esiste altrove.
Il percorso espositivo, idealmente aperto dall’auto d’epoca originale dell’iconico film di Dino Risi Il Sorpasso, metafora del repentino cambiamento del paese, è suddivisa in dieci sezioni tematiche che affrontano le varie realtà e i molteplici aspetti di questo irripetibile momento storico, sviluppandone un doppio sguardo: una visione ottimistica della ricostruzione di un’Italia avviata verso il boom economico, affiancata allo sguardo critico dei fotografi indipendenti che di quell’incontrollata crescita colgono i limiti, le ipocrisie e le contraddizioni. Tra sentimenti di nostalgia e tenerezza, ma anche di rabbia per le ingiustizie e le mancanze subite, ne viene fuori un ritratto antropologico di una generazione che dal nulla, dalla devastazione e dalla miseria è riuscita in pochissimo tempo a cambiare il volto e la storia di un paese; un ritratto pieno di vitalità ed entusiasmo nonostante le contraddizioni, che intende essere anche stimolo per i giovani che di quel boom economico stanno in parte pagando le conseguenze, per capire che anche in situazioni di assoluta crisi ci si può alzare e andare avanti, migliorare le proprie condizioni, mettersi alla prova, non subire gli eventi, ma essere di nuovo protagonisti della propria storia.
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