Raoul Bova nei guai insieme all’ex moglie per evasione fiscale

Il pm Mario Pesci lo ritiene colpevole di una frode fiscale per 680mila euro. Imputate nel processo anche l’ex moglie Chiara Giordano e la sorella Daniela.

bova-fiscoLa miniserie tv “Come un Delfino” rischia di mettere di nuovo nei guai la famiglia di Raul Bova. Bova rischia una condanna ad un anno di carcere per frode fiscale. Tanto ha chiesto la Procura di Roma che lo ritiene responsabile di un’evasione di ben 680mila euro. Nel processo sono imputate anche l’ex moglie Chiara Giordano, per cui il pm Mario Pesci ha chiesto la medesima pena durante la requisitoria, e la sorella Daniela, per la quale l’accusa chiede un anno e quattro mesi.

Secondo accertamenti della guardia di finanza con una serie di fatture ritenute false nell’anno di imposta del 2013 la Bova e la Giordano con 780 mila euro di fatturato sospetto avrebbero ottenuto rimborsi Iva non dovuti per 150.000 euro. Nell’ambito dello stesso procedimento è stato sollecitato il giudizio anche per quattro impresari cinematografici che avrebbero garantito le fatture per servizi di ambientazione o di personale non effettivamente forniti, almeno secondo l’accusa.

I fatti risalgono agli anni 2005-2010: secondo le indagini l’attore avrebbe presentato dichiarazioni fraudolente mediante artifici e, se la richiesta di condanna fosse accolta, potrebbe dover versare al fisco 1,5 milioni di euro. Daniela e l’ex moglie avrebbero per l’accusa simulato l’esistenza del diritto a sgravi fiscali per la società che ne gestiva l’immagine. La sentenza è prevista per la fine di luglio.

bova10L’ex moglie, Chiara Giordano, in veste di ex procuratrice, e la sorella dell’attore, Daniela Bova, che con la Sanmarco avrebbero promosso anche il film “Gli sbirri”, invece, in quel procedimento erano state assolte. «Non solo la Sanmarco era una società attiva e operativa, ma con i film “Gli sbirri” e “Come un delfino” ha promosso la mia vera personalità, i progetti più voluti», aveva spiegato in aula Bova. A rincuorarlo i maxi sequestri dei suoi beni più volte bocciati e i contenziosi davanti ai giudici tributari vinti.

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