Torino, uccide il patrigno con otto colpi di pistola
Sarebbe stato un banale rimprovero a scatenare la rabbia di un giovane di 26 anni, Christian Clemente, che la notte scorsa a Settimo Torinese ha ucciso a colpi di pistola il patrigno, Domenico Gatti, 59 anni, poliziotto da due anni in pensione. Il delitto è avvenuto in un alloggio di via Fantina a Settimo Torinese, dove la famiglia abita da alcuni anni. La lite tra i due uomini sarebbe iniziata a cena, nel corso di una discussione sulla condotta del 26enne, con precedenti penali e alcuni problemi di disturbo della personalità. Il ragazzo, dopo un rimprovero da parte del patrigno, è uscito di casa ed è salito sull’auto del fratello minore, quando è tornato aveva in mano una pistola calibro 22 con la quale ha sparato ripetutamente verso l’ex poliziotto. «Ha esploso il primo colpo in casa, andato a vuoto, perché Domenico gli ha bloccato la mano – ha raccontato la moglie della vittima e madre dell’assassino, al pubblico ministero della procura di Ivrea – poi è uscito di casa e ha aspettato che Domenico uscisse per sparargli altri otto colpi».
A chiamare i soccorsi è stata proprio la donna, ma quando l’ambulanza del 118 ha raggiunto l’alloggio di via Fantina, il cuore dell’ex poliziotto aveva già smesso di battere. Otto i colpi andati a segno al torace, il 59enne non ha avuto scampo. Christian Clemente, con la Peugeot 108 del fratello, si è poi allontanato nuovamente, ma, una volta realizzato cosa aveva fatto, ha chiamato il 112 per segnalare la sua posizione. I militari lo hanno rintracciato e arrestato, sempre a Settimo, mentre la pistola è stata recuperata alle 9 di questa mattina nell’area verde di via Tinivella. Si tratta di una Beretta calibro 22 rubata, nascosta dall’omicida subito dopo l’agguato. Per questo motivo, oltre all’omicidio aggravato, Clemente dovrà rispondere anche di ricettazione e porto abusivo d’armi. Nel novembre 2012 il giovane era già finito in carcere per il tentato omicidio di un ragazzo egiziano: in quell’occasione, al termine di una violenta lite in un negozio, insieme a un complice, Clemente usò una bottiglia di vetro rotta.
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