Ulisse lo straniero, Progetto Lunga Vita Festival porta in scena il mito
Sullo sfondo di una musica antica, di tre vele e di una prua che con i remi allude ad una nave, Francesco Montanari narra del più conosciuto poema omerico e del suo protagonista, l’eroe “dal multiforme ingegno” Ulisse. Nel reading-concerto proposto da Davide Sacco e portato in scena dal Progetto Lunga Vita Festival nella bellissima location dell’Accademia di Danza all’Aventino, Ulisse non è solo il protagonista delle mille avventure del poema greco, ma è soprattutto un uomo, un migrante, uno straniero che, lasciata la sua amata terra, ha navigato a lungo per mare approdando di volta in volta in terre lontane come ospite, pellegrino, avventuriero e, in ogni caso, estraneo.
In una suggestiva e poetica fusione di parole e musica ancestrale, magistralmente suonata da Alfio Antico, i versi omerici si alternano all’interpretazione contemporanea di Davide Sacco che rendono Odisseo un migrante dell’epoca attuale, costretto ad affrontare il mare e la sua violenza, il dolore per la perdita dei “fratelli di viaggio” che non ce la fanno ad affrontare una traversata così dura, lo sfruttamento in terra straniera, la dignità schiacciata e un’identità perduta che rende tutti i migranti anonimi volti senza nome. Ulisse è dunque Nessuno che nella sua brama di conoscenza si è dovuto confrontare con i numerosi personaggi che ha incontrato durante il suo lungo viaggio, in una Grecia e in un mondo in cui l’ospitalità era considerata sacra e in cui era inconcepibile lasciare annegare in mare chi giungeva da terre lontane. Già 2500 anni fa Erodoto parlava della necessità di confrontarsi con “l’Altro” per conoscere sé stessi, e anche una giovanissima Nausicaa nei versi dell’Odissea invitava le proprie ancelle a non fuggire dinanzi a quell’uomo arrivato dal mare, bensì ad offrirgli cibo, abiti e rifugio. Un’ospitalità così sacra che verrà però poi violata in modo brutale quando Ulisse giungerà da Polifemo che divorerà senza pietà l’equipaggio dell’avventuriero senza curarsi di donne, anziani o bambini: un comportamento che si fa qui metafora dell’abbrutimento dell’uomo che rifiuta l’altro, rimanendo chiuso nella sua solitudine e nella sua mostruosità.
Dopo la serata inaugurale di Ulisse lo straniero, fino al prossimo 20 luglio Progetto Lunga Vita Festival porterà in scena ogni sera uno spettacolo diverso come Moby Dick, Penelope, Cassandra o la Ballata dei senza tetto, in cui si alterneranno artisti come Ascanio Celestini, Moni Ovadia o Giorgio Colangeli con l’obiettivo di indagare il mito e fondamentali testi della letteratura occidentale per riflettere su temi più attuali come, appunto, raccontare l’ospitalità degli antichi greci nei confronti dello straniero per parlare in realtà dell’attuale accoglienza ai migranti, una delle più grandi contraddizioni dell’epoca contemporanea. Per capire chi siamo, se Nausicaa o Polifemo e ad ogni modo non dimenticare quello che sulle emozionanti e ritmiche percussioni di Alfio Antico, Ulisse urla al pubblico: che siamo in mare…e il mare non ha muri!
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