Miracolo in Thailandia: trovati vivi i 13 giovani imprigionati nella grotta da 10 giorni

Thailandia- Ha del miracoloso il ritrovamento di 13 giovani rimasti intrappolati, in una caverna thailandese, dallo scorso 23 giugno. Si tratta di 12 adolescenti, di età compresa tra gli 11 ed i 16 anni, tutti membri di una squadra di calcio, più il loro allenatore, un ragazzo venticinquenne. Il complesso delle grotte sito nel parco naturale “Tham Luang-Khun Nam Nang Non” è molto vasto (oltre 10 km), e una parte delle grotte è tutt’ora inesplorato. La zona aperta al pubblico è di circa 700 metri ma i giovani hanno superato quel limite. Di base questo potrebbe non essere un atto pericoloso ma il problema, in quella zona, è che l’acqua piovana filtra rapidamente all’interno del sistema di grotte facendo crescere il livello delle acque, così da consigliare molta prudenza a chi si avventuri più in là del consentito. Proprio in questi giorni le piogge monsoniche particolarmente forti hanno inondato in modo consistente il sistema sotterraneo ed i 13 giovani si sono ritrovati prigionieri in una zona quasi sconosciuta.

Thailandia- Dal giorno della scomparsa ben 1300 persone si stanno occupando delle operazioni di ricerca e salvataggio: si tratta di membri dell’esercito thailandese con cui collabora personale altamente qualificato messo a disposizione soprattutto da Stati Uniti, Inghilterra, Giappone, Australia, Birmania, Laos e Cina. Le operazioni si sono concentrate innanzitutto sul drenaggio dell’acqua, fatto per evitare che sommergesse del tutto le grotte, cosa considerata molto probabile e che non avrebbe dato scampo ai giovani. L’operazione è però resa complicatissima dal fatto che i filtri delle pompe di estrazione si otturano di continuo a causa della grande presenza di sabbia e detriti e dal fatto che contrastare le forze di madre natura è opera a volte impossibile.

Thailandia- Il drenaggio dell’acqua unito ad una tregua di due giorni concessa dalla pioggia ha consentito ai Navy Seals della Thailandia di raggiungere i 13 “prigionieri”, ma per farlo hanno dovuto aprirsi un varco di un centinaio di metri tra fango e detriti grazie all’uso di 600 bombole di ossigeno che hanno permesso ai militari di avanzare senza dover tornare indietro per rifornimenti. Così i ragazzi sono stati raggiunti ma ora il problema è tirarli fuori di lì e la cosa è molto complicata. L’idea che i ragazzi possano compiere a ritroso il viaggio sotto l’acqua e la fanghiglia, pur se aiutati dai sommozzatori dell’esercito, è considerata ipotesi poco plausibile. I giovani vanno nutriti e reidratati urgentemente in quanto sono comunque digiuni da giorni e l’acqua presente nella grotta è piena di detriti. Insomma i ragazzi della squadra del Moo Pa ed il loro allenatore sono vivi, ma non ancora salvi e dovranno essere forti e pazienti come lo sono stati fin’ora se vorranno vincere la loro partita più importante.