Dopo “il gran rifiuto” di Mattarella, ci tocca Cottarelli?

Come oramai tutti sanno Mattarella ha, con gesto irrituale e senza precedenti, accannato il governo Conte a causa della presenza nella squadra di governo del professor Savona. Il fatto è senza precedenti dato che poche volte nella storia repubblicana un presidente della repubblica ha rifiutato il nome di un ministro, ma nella situazione attuale il caso Savona ha fatto si che il presidente Mattarella non abbia mandato davanti alle camere un governo che aveva con certezza i numeri per governare. E’ legittimo il gesto di Mattarella? A prima vista si, ma dopo uno sguardo più approfondito la risposta giusta è no.

Ricordato preliminarmente che la costituzione non parla espressamente di alcun diritto di veto del Presidente della Repubblica, e ricordato che la dottrina è compatta nel ritenere che questo potere non esista, dato che la nostra è una democrazia parlamentare, di fatto, nel passato, è capitato che il capo dello stato dicesse no alla figura di un ministro. Nel corso degli anni, nei fatti, un potere di veto di fatto è stato esercitato, ma solo in pochissimi casi, e quando il candidato non dava garanzie, per condizione personale, di poter svolgere il compito assegnatogli rispettando i criteri di onorabilità necessari, come nei casi di processi in corso o di conflitto di interessi, che rappresentano la totalità dei casi precedenti. La situazione attuale è del tutto diversa, infatti in nessun caso Mattarella ha avuto dubbi su competenza o onorabilità di Savona come ministro, la scelta è tutta politica ed allora la scelta di Mattarella è illegittima. L’indirizzo politico del governo è competenza esclusiva dal Presidente del Consiglio, non ci sono chiacchiere da fare in merito e non ci sono, in democrazia parlamentare, diritti di veto di sorta.

Mettiamo anche in chiaro che il comportamento di Mattarella non configura il crimine di attentato alla costituzione come vorrebbero il M5S, Fratelli d’Italia e la Lega (ma con riserve). No, il tradimento alla costituzione non c’entra e non si configura, ma di certo il comportamento del Presidente della Repubblica è molto sopra le righe per vari motivi. Come detto non solo il capo dello stato ha compiuto una scelta di indirizzo politico che non gli compete, ma soprattutto ne ha dato una spiegazione che è una non spiegazione. Dire che la nomina di Savona avrebbe scosso gli investitori stranieri e avrebbe comportato rischi per i risparmiatori è una spiegazione che non sta né in cielo né in terra: il capo dello stato nel motivare uno sconfinamento di poteri ha spiegato che entità imprecisate (istituzioni comunitarie? Governi stranieri? società di rating private?) per giunta straniere e senza nessun vincolo democratico col popolo Italiano, si erano agitate per l’eventuale nomina di Savona. Francamente questo comportamento lascia basiti. Ma questo non è il solo problema. Il problema più grosso è che il Presidente della Repubblica deve garantire che davanti alle camere ci si presenti un governo che ha almeno le potenzialità per ottenere la fiducia, godendo dell’appoggio della maggioranza parlamentare. Eppure il buon Mattarella ha fatto l’esatto contrario nominando, come presidente del Consiglio, un Cottarelli qualunque che la maggioranza non l’avrà mai e questo francamente pare abbastanza grave.

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