Voto a giugno: Di Maio chiede il voto anticipato, ma sarà difficile andare alle urne entro il 2018. Il Quirinale resta in silenzio e osserva le dinamiche dei partiti, mentre attende la direzione pd, che sarà formalizzata oggi.

Per Di Maio è l’unica soluzione, ma non ci siamo con i tempi. Per votare a giugno, il Presidente della Repubblica dovrebbe sciogliere le Camere entro pochi giorni ed indire le nuove elezioni. Il leader del M5s, Luigi Di Maio, si rivolge a Matteo Salvini e lancia la sfida su una richiesta congiunta di procedere di nuovo alle votazioni, le quali sarebbero, secondo il leader pentastellato, un ballottaggio di fatto.

 

In realtà, andare alle urne a giugno sembra una strada impervia ed impraticabile, per ragioni sia tecniche che giuridiche. L’art. 61 della Costituzione dispone che una volta scaduta la legislatura, naturalmente o anche per scioglimento anticipato, l’elezione delle nuove Camere e la loro prima riunione debba aversi entro termini piuttosto concisi, precisamente entro 70 giorni dalla fine delle precedenti. Sia la data delle elezioni che quella della prima riunione sono contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento. Secondo la normativa elettorale vigente, il decreto di scioglimento delle Camere “è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale non oltre il 45° giorno antecedente a quello della votazione”. Ciò significa che dallo scioglimento del Parlamento alle elezioni politiche deve intercorrere il tempo minimo di un mese e mezzo, fino a un massimo di 70 giorni, come previsto dall’art. 61 della Costituzione. Dunque, per procedere al voto il 24 giugno, insieme ai ballottaggi delle amministrative, nel rispetto della normativa che prevede il minimo di 45 giorni tra scioglimento ed elezioni, il Presidente della Repubblica dovrebbe decretare lo scioglimento delle Camere al massimo il 9 maggio.

 

Ma c’è di più: al tempo minimo di 45 giorni, si aggiunge il tempo occorrente per consentire gli adempimenti relativi al voto degli Italiani all’estero (che si esercita per corrispondenza), come il Viminale, seppur informalmente, ha fatto rilevare. Al Ministero degli Interni, infatti, stimano almeno 60 giorni come tempo che debba ragionevolmente intercorrere tra lo scioglimento e il voto perché il procedimento elettorale si svolga senza intoppi. Quindi, stando ai tempi previsti dalla normativa, se Mattarella decretasse lo scioglimento delle Camere nel giro di pochi giorni si arriverebbe comunque a luglio, con il rischio di un astensionismo ancora più alto di quello che si prevede. Gli italiani potrebbero recarsi alle urne a settembre, quando però la legge di bilancio potrebbe rendere il tutto ancora più complicato.

 

Per ora il Capo dello Stato non sembra avere fretta, e mentre il Quirinale attende in silenzio almeno la decisione definitiva sulla direzione del partito democratico, prevista per oggi, il leader della Lega Matteo Salvini si dice disponibile al dialogo con i 5 stelle per dare un Governo agli Italiani. Di Maio ribadisce la chiusura a Forza Italia e incassa il no di Renzi.

 

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