Circus Don Chisciotte, al Teatro Eliseo il visionario spettacolo di Ruggero Cappuccio
Dopo oltre quattro secoli dalla sua stesura originale, il capolavoro letterario di Miguel de Cervantes non smette di essere rappresentato e di prestarsi a molteplici letture e riscritture. Tra i molti, si è cimentato in una nuova esecuzione dell’opera anche Ruggero Cappuccio, direttore artistico del Napoli Teatro Festival, che questa volta dirige e interpreta il divertente e originale Circus Don Chisciotte, in scena al Teatro Eliseo fino al prossimo 22 aprile.
Nella versione corale di Cappuccio, l’avventura del cavaliere errante de la Mancia è ambientata in una Napoli contemporanea in cui un dotto professore universitario dall’aspetto vagabondo, tale Michele Cervante, presunto discendente del grande autore spagnolo e interpretato dallo stesso Cappuccio, vaga nei pressi di una vecchia stazione ferroviaria, dove lungo un binario morto ogni tanto arrivano vagoni sospinti dal vento con a bordo singolari personaggi. Qui, tra i vicoli periferici della città partenopea, Michele Cervante incontra Salvo Panza (Giovanni Esposito), un analfabeta nullatenente di umili origini con cui ben presto si instaurerà un affiatato rapporto di stima e fiducia e a cui promette il governo di un’isola, a patto che gli faccia da scudiero durante l’avventura che stanno per intraprendere. Un sodalizio fedele al testo originale che si riferisce proprio al legame tra Sancho Panza e il suo signore Don Chisciotte. Nel frattempo dai vagoni si susseguono gli arrivi di due buffi e strampalati ex ristoratori, di un prestigiatore di provincia, fino ad un’ignota principessa siciliana. In una grottesca e divertente sinfonia circense tutti insieme cercheranno di dare forma al loro ambizioso progetto rivoluzionario, quello contro il processo di disumanizzazione che sta attanagliando il mondo. Una lotta contro quei “mulini a vento” che il variegato gruppo di emarginati tenterà di portare avanti confidando nel potere dei libri e della letteratura. Contro l’avanzata della tecnologia globale e la centralità dei poteri economici, nemici dell’essenza spirituale dell’umanità, i libri rappresentano per Cervante gli unici porti sicuri, ponti sui quali gli uomini possono camminare con passo certo anche nei momenti di difficoltà.
In una Napoli metafisica, sospesa tra riferimenti reali (come la targa dell’istituto di studi filosofici) e una città immaginaria, Ruggero Cappuccio mescola con estrema abilità lingua e registri, lasciando che quella napoletana guidi e trascini lo spettatore, tuttavia fondendola allegramente al dialetto veneto e siciliano, a memorie di uno spagnolo lontano che tanto ha influenzato il napoletano e al suo colto e sofisticato modo di esprimersi, quasi fuori dal tempo. Una riscrittura moderna e a tratti onirica per donare di nuovo centralità al tema archetipo del viaggio, della ricerca e dell’avventura, che offre all’uomo la possibilità di perdersi nei meandri di sé stesso e dell’esistenza vivendo percorsi alternativi o bizzarri, ma soprattutto per sottolineare l’odierna necessità di Don Chisciotte contemporanei, folli cavalieri animati da una smisurata immaginazione e dalla “sconsiderata” idea di combattere per un progetto e per qualcosa di giusto.
Torna alla HomePage di LineaDiretta24