Viaggio attraverso i luoghi delle giornate FAI di primavera
Ben 25 anni, 11.000 luoghi aperti al pubblico in 4.700 città con la partecipazione di oltre 10 milioni di persone e 7500 volontari: questi sono i numeri delle giornate FAI di primavera che, anche quest’anno, renderanno possibile l’accesso a moltissime strutture di interesse storico e culturale.
L’appuntamento è sempre fissato per il terzo week end di marzo, che coincide con il primo fine settimana di primavera; queste due giornate saranno dedicate ad inneggiare le bellezze del Bel paese. Attraverso l’apertura di luoghi solitamente inaccessibili al pubblico si vuole far riscoprire agli italiani tutta la bellezza e la storia che nascondono queste strutture spesso dimenticate o del tutto sconosciute, sensibilizzando così le persone a vivere di più il patrimonio culturale del nostro paese e a proteggerlo; perché, come afferma la fondatrice delle giornate FAI di primavera Giulia Maria Crespi, “Si protegge ciò che si ama e si ama ciò che si conosce”.
Come ogni anno tutto questo sarà reso possibile grazie ai volontari che saranno aiutati dai 40.000 piccoli Apprendisti Ciceroni, infatti in occasione della XXVI edizione studenti delle scuole medie e superiori vestiranno i panni di guide e accompagneranno i visitatori a scoprire i 1000 luoghi aperti. Facciamo ora un piccolo viaggio attraverso le meraviglie italiane che saranno rese accessibili durante l’appuntamento d’eccellenza del Fondo per l’Ambiente.
Roma: Villa Blanc
Partiamo proprio dalla Capitale in cui verranno aperte le porte di Villa Blanc, storico edificio del 1800 costruito il stile eclettico, dimora del Barone Alberto Blanc. Fato volle che il barone morì dopo alcuni anni dal completamento della villa. L’immobile è stato acquistato nel 1997 durante un’asta pubblica dalla LUISS per 6,3 miliardi di lire. Intorno alla villa ci sono cinque ettari di vegetazione tra palme, alberi e foreste di bambù; la ricchezza architettonica della alla è nascosta nelle forme e nei materiali tratti da un repertorio che va dal medioevo fino ai disegni liberty delle ceramiche invetriate della loggia. Gli orari di apertura durante le giornate FAI saranno: sabato, riservato agli iscritti, dalle 10:00 alle 18.00 ( ultimo ingresso alle 17) e domenica dalle 10:00 alle 18:00.
Venezia: Ca’ Vendramin Calergi
Palazzo Loredan Vendramin Calergi, meglio conosciuto come Ca’ Vendramin Calergi, è un palazzo veneziano situato nel sestiere di Cannareggio, sul Canal Grande. Fu la famiglia patrizia di Venezia Loredan a volere la sua costruzione nel 1481. Ultimato nel 1509, il palazzo venne affrescato all’interno dal Giorgione, mentre la sua facciata venne realizzata secondo i canoni del Rinascimento veneziano. Dopo varie peripezie e diversi passaggi di proprietà da parte di diverse famiglie nobili, nel 1946 il palazzo diventa proprietà del Comune di Venezia e, dal 1948, sede del Casinò. Ancora oggi all’interno di Ca’ Vedramin Calergi si possono ammirare diversi pezzi storici appartenenti alle collezioni dei precedenti proprietari. L’ingresso, sabato e domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 17:00, è riservato ai soli iscritti FAI.
Siena: Farmacia Francini Naldi
Fondata nel 1795 con il titolo “All’insegna di Sant’Agata”, quest’antica farmacia, situata a Siena, è rimasta intatta ed è visitabile attraverso la Farmacia De Munari, fondata da Francesco Francini Naldi. Questo noto alchimista e speziere del XVIII secolo, nascose all’interno della farmacia gli appunti di una ricetta, a base di erbe, radici e vino fortificato, il cosiddetto il vinpepato. L’antica faramcia, oltre ad avere un valore storico, ha anche un valore architettonico grazie al suo stile neoclassico e al mobilio caratterizzato da festoni d’oro e bassorilievi in stile egiziano. Il suo pavimento a mosaico policromo ad oggi è ancora meta di appassionati ed esperti da tutto il mondo. La farmacia sarà aperta al pubblico sabato e domenica dalle 10:00 alle 18:00.
Lecce: Palazzo Famularo
Questo palazzo, set del film “Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek, fu edificato alla fine del XIV secolo sotto commissione del barone Antonello de Noha. Il lato nord della dimora è opera dell’architetto militare Giangiacomo dell’Acaya. Nel 1770 il palazzo venne restaurato dall’architetto leccese Emanuele Manieri e nel 1885 questo palazzo venne acquistato da un ricco professionista magliese, Raffaele Garzya, fece rifare del tutto la facciata e fece aggiungere un secondo piano. In questa fase venne costruito anche lo splendido giardino pensile ancora oggi ammirato.
Per continuare il vostro viaggio per l’Italia attraverso i luoghi aperti durante le giornate FAI di primavera potete consultare il sito di Fondo Ambiente: www.fondoambiente.it.
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