Sarkozy in stato di fermo, interrogato dai giudici
L’ex presidente francese Nicholas Sarkozy è in stato di fermo presso la polizia giudiziaria di Nanterre in attesa di parlare coi giudici che vogliono interrogarlo. Il caso, già soprannominato dalla stampa francese l’affare “Sarkozy-Khadafi“, verte sul presunto finanziamento di 50 milioni di euro da parte del leader libico a Sarkozy per la campagna elettorale del 2007. All’epoca la somma che Sarkozy dichiarò ufficialmente di aver speso per le presidenziali ammontava a 20.000.000, quindi finanziamento illecito. Chiariamo subito: non si tratta di un fulmine a ciel sereno. In due articoli del marzo e aprile del 2012 il periodico online Médiapart pubblicò documenti che accusavano Sarkozy di essersi avvalso dei 50.000.000 libici: le indagini della magistratura parigina sarebbero ufficialmente partite nel 2013 e quindi vanno avanti da quasi 5 anni.
Ma sappiamo che le prime avvisaglie di indagini si ebbero già nel 2012 quando Abdallah Senoussi, il capo dei servizi segreti libici, confermò a magistrati francesi che i pagamenti erano stati effettuati davvero. Senoussi rispose alle domande degli inquirenti i quali già erano venuti in possesso di un’agenda dell’ex primo ministro (2003-2006) e poi ministro per il petrolio (2006-2011) Choukri Ghanem, che il 29 aprile di quell’anno venne misteriosamente trovato morto nel Danubio a Vienna dove viveva. Nell’agenda erano annotati tre versamenti a Sarkozy per oltre 6 milioni di euro, due milioni dei quali erano stati consegnati proprio da Senoussi e altri tre da uno dei figli di Gheddafi. Poi a fine novembre del 2016 l’uomo d’affari libico Ziad Takieddine dichiarò di aver portato a Parigi tra la fine del 2006 e gli inizi del 2007 oltre 5 milioni di Euro in contanti e di averli consegnati a Sarkozy, all’epoca ministro dell’interno ed a Claude Guéant poi diventato Segretario Generale della Presidenza della Repubblica. Su quest’ultimo pesano diverse accuse come falso, riciclaggio ed evasione fiscale.