Parole al di là dei fatti
Nel tentativo di orientarsi all’interno del complicato panorama politico italiano, si sarebbe portati per natura a cercare qualcosa di riconoscibile e tangibile che rimanga duraturo nonostante l’infuriare degli eventi che continuamente si accavallano sul palcoscenico. Sfortunatamente, la ricerca di qualcosa di concreto dietro ai proclami e agli spettacoli della politica conduce alla scoperta che più che i fatti al di là delle parole sono le parole a essere al di là dei fatti.
Riconosciamo allora che ciò che credevamo un’incertezza passeggera è invece un disorientamento strutturale, poiché la rivoluzione comunicativa che abbiamo incontrato negli ultimi anni si è applicata anche alla politica. Ne ha squilibrato il rapporto tra forma e sostanza, tra propaganda e principi, tra parole e contenuti in favore dei primi rendendo pertanto sempre più confuso il quadro ed estremamente difficile la distinzione dei protagonisti sulla base delle idee.
L’incapacità della politica italiana di affrontare adeguatamente tali problemi, ha comportato l’impossibilità di far marciare i contenuti, e le tradizioni, al passo delle forme. Ciò ha fatto sì che il prevalere all’interno dell’arena politica non sia più affidato alla qualità o verità dei principi che in essa vengono esposti, ma piuttosto alla qualità della retorica con la quale viene esposto qualsiasi principio.
Perciò il nuovo che avanza è sostanzialmente un nuovo che parla meglio del vecchio e dei vecchi della politica. Dove meglio non è sinonimo di migliore, ma di più efficace, più capace di entrare in sintonia con le pance degli elettori, di intuire e dire quello che la gente vuol sentirsi dire. Le capacità e le strategie politiche di Matteo Renzi e Beppe Grillo sono strategie comunicative e persuasive, come lo erano quelle di Berlusconi, perfettamente in linea con i tempi e il ritmo della società della comunicazione di massa. Una vittoria, la loro, dovuta tanto alle proprie doti quanto all’imbastardimento del pubblico.
Tuttavia, a dispetto di questo successo, se dal livello della comunicazione virtuale e mediatica ci si sposta alla realtà si scopre che sono ancora i fatti a trovarsi al di là delle parole, e che la corda che lega i due piani a forza di essere tirata finirà con lo spezzarsi. Matteo Renzi è chiamato a misurarsi con i problemi, assolutamente reali, legati alle trasformazioni dello scenario politico europeo e all’anomalia della doppia maggioranza che lo sostiene; Beppe Grillo con le contraddizioni, esplose negli ultimi giorni, di un movimento dove a parole tutti sono capi ma di fatto uno solo è al comando.