M5s barcolla: disagio e incomprensioni all’ordine del giorno
Non è sicuramente un periodo semplice per il M5s che sembra commettere uno sbaglio dopo l’altro. Possibile che un partito tanto quotato alle elezioni sia destinato a sfaldarsi a causa di errori ed ingiustizie interni?
C’è chi ha parlato di Terza guerra mondiale, chi di attitudini fasciste, altri di leninismo. Paragoni senza dubbio esagerati ma, d’altronde, l’esagerazione è l’essenza stessa del Movimento.
Tutto è iniziato con la votazione per l’espulsione dei senatori M5s Lorenzo Battista, Francesco Campanellla, Luis Alberto Orellana e Fabrizio Bocchino. Questi avevano criticato l’atteggiamento di Grillo nei confronti di Matteo Renzi nel corso delle consultazioni. Tanto per cambiare, la decisione finale è stata lasciata alla Rete: persone iscritte al portale del M5s entro il 30 giugno 2013, con documento di identità già verificato. Su 43.368 voti, 29.883 si sono espressi a favore dell’espulsione. Questo risultato ha scatenato l’ira di alcuni colleghi del M5s. Sono sei i senatori che hanno presentato alla Presidenza del Senato la richiesta di dimissioni da parlamentare. Tra questi, solo Orellana degli espulsi.
Nella giornata di ieri, in mattinata, sono arrivati commenti pesanti da parte di un gruppo di otto deputati M5s particolarmente ortodossi, capitanati da Luigi di Maio e Alessandro Di Battista: «Finalmente, zavorra che va via, persone che da questo momento diventeranno parassiti, dovrebbero dimettersi, non cambiare gruppo!». Un consiglio spassionato a chi si sente a disagio a non esitare a “mollare la presa”. Alessandra Bencini parla davanti ad un cronista: «Ho passato una notte tremenda con mio marito e ho deciso. Ora basta, sono disgustata da tutta questa violenza, dalle minacce della Rete. Mi dimetto, torno in sala operatoria». E ancora, quando le viene domandato di Grillo e del proprio stipendio: «Lo andrò a vedere a teatro. Lì è davvero bravo. Renzi lo chiamano “il bomba” ma anche lui non scherza eh…Ma quali 20mila euro, sono 14mila e li lascio volentieri».
Ancora più forti le accuse di Bocchino che parla di un fantomatico meetup palermitano: «Erano in dodici, hanno preso le chiavi del sito e mi hanno sfiduciato. E sa chi c’erano tra i dodici? Il marito e il fratello di Loredana Lupo e il compagno di Chiara De Benedetto. Tutta una bella famigliuola». La sua firma era presente in due mozioni del M5s per chiedere le dimissioni di due ministri. “Ma è stata falsificata, è gravissimo”. Anche Campanella non si risparmia: «Non c’è un rapporto stretto e fitto tra la massa dei parlamentari e Grillo o Casaleggio: loro due hanno rapporti con alcuni dei parlamentari, Crimi e Bottici per esempio, e poi con i gruppi di comunicazione che sostanzialmente fungono da cinghia di trasmissione tra loro e il resto del partito, sostanzialmente il motivo per cui ci hanno espulso è il fatto di aver criticato Grillo».
La situazione più complicata è forse quella degli indecisi. Sergio Puglia ha dichiarato: «Ho sfiduciato solo Battista e Orellana. Gli altri no. Non me la sentivo: sono amici, colleghi. Ho il cuore dilaniato. Forse non tocca a noi decidere della loro sorte. Che decida solo la Rete».
Nel pomeriggio di ieri, inoltre, in seguito ad una riunione di tre ore circa, l’Ufficio di presidenza di Montecitorio ha attribuito dieci giorni di sospensione ai 23 deputati M5s ritenuti responsabili dei disordini in Aula alla Camera del 29 gennaio. Dodici i giorni per Silvia Benedetti che, in tale occasione, aveva morso un commesso.
Le voci di corridoio ora sono quelle di un possibile gruppo “misto”, comprendente dissidenti grillini, civatiani ed esponenti Sel. Nichi Vendola ha condannato il sistema delle espulsioni: «Ha ragione il mondo grillino a ritenere che il sistema faccia schifo, ma quella roba che abbiamo visto ieri fa più schifo del sistema che intende combattere”.