L’era dei “botel”: gli alberghi galleggianti
Organizzare un viaggio è più facile a dirsi che a farsi. Infatti si è sempre caccia al posto più bello, delle spiagge paradisiache o delle montagne sempre innevate, poi subentra il punto interrogativo della vita notturna, delle escursioni, dei ristoranti e dei negoziati tipici dove poter far shopping.
E’ sempre caccia alla novità più “in” o al posto che possa suscitare l’acquolina e una “sana invidia” del proprio vicino di casa, della tua migliore amica o di tuo fratello. Il problema è: come stupire?
ARCTIC BARTH, UN SOGGIORNO AL CIRCOLO POLARE ARTICO
Nella Lapponia Svedese, nel cuore del Circolo Polare Artico, tra un groviglio di tronchi di legno, aprirà a breve, l’Arctic Barth, la struttura per eccellenza che rispecchia in tutto e per tutto, il concetto di “hotel galleggiante”. Provare per credere? Arctic Barth altro non è che una nave dismessa, ancorata ad una banchina e trasformata con amorevole cura e maestranze, in un albergo “lussuoso”, pronto ad offrire ai propri clienti un servizio ad hoc. L’obiettivo è quello di vivere un contatto del tutto nuovo con madre natura, potendo usufruire, naturalmente, di tutti i confort necessari. I padri di questa struttura sono gli stessi architetti che hanno progettato i Tree Hotel di Harads, in Svezia. Arctic Barth è un mix di perfezione, tra ecologia e design, si presenta come il frutto di una quasi e pura casualità, una gigantesca forza della natura quasi “spontanea”. Gli interni rispecchiano i canoni minimalisti svedesi e i materiali sono quasi tutti “locali”, forniti dai boschi della Svezia. La struttura si compone di sei camera doppie e uno spazio comune che comprende reception, una lounge bar, una Spa e un ristorante. Il vero fiore all’occhiello è però il fatto che l’Arctic Barth non ha nessun tetto e dunque quale migliore occasione se non quella di vivere una notte romantica, sotto un infinito cielo stellato, godendo dello spettacolo (nei periodi mirati) dell’aurora boreale?
L’EUROPA, PATRIA DEI BOTEL
Le grandi capitali europee si confermano come terreno fertile per “i botel”, gli alberghi galleggianti che ormai stanno sempre più prendendo piede nel mondo. Parola d’ordine? Un gigantesco corso d’acqua, una grande città ed è quasi scontato che una nave venga trasformata in albergo. Tra gli esempi più emblematici: l’Amstel Botel, ad Amsterdam, dove una nave un tempo usata per le crociere sul Reno, con l’aggiunta di cinque camere, ognuna diversa dall’altra, è uno degli alberghi più rimontati e gettonati dai turisti; la ss Rotterdam, poco distante dalla capitale olandese, in passato nave ammiraglia della flotta Holland America Line, oggi albergo con oltre 250 camere che ricordano gli arredamenti tipici degli anni ’50. Poi ancora il Good Hotel di Londra, con oltre 150 stanze. A Parigi, invece, l’hotel galleggiante diventa di lusso: è l’Off Paris Seine con oltre sessanta camere e suites che si affacciano sulla Senna. Se a livello internazionale potremmo citarne a milioni di hotel, purtroppo ne risulta scadente l’Italia, di cui l’unico esempio è il Botel 2.0′, appena inaugurato a Porto Ceresio, sul lago di Lugano. Sono tantissimi i progetti messi in cantiere in questi ultimi anni, altri fattibili, altri un po’ troppo ambiziosi. Non ci resta che guardare il mondo da una prospettiva differente!
IL PRIMO BOTEL TUTTO ITALIANO
Si chiama “Botel 2.0” ed è il primo albergo galleggiante italiano, inaugurato a metà dicembre a Porto Ceresio, una struttura ricettiva galleggiante ecologica e tecnologica allo stesso tempo. Unico nel suo genere, è alimentato con fotovoltaicomicro eolico, dotata di sistema di depurazione delle acque a ciclo chiuso che non produce alcuna immissione nell’ambiente, rispecchiano dunque al 100% la tecnologia “green”. Questo progetto molto ambizioso, frutto di architetti italiani, è stato selezionato tra le start up varesine finaliste del Premio Cambiamento. Nonostante sia un grande punto di riferimento per i turisti, è una struttura ancora abbastanza obsoleta che non ha nulla a che vedere con i grandi “colossi internazionali”.
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