Nessuna presentazione, sigla, saluto. Voce e sguardo in macchina. Inizia così Ossigeno, con Manuel Agnelli  a intonare a cappella Io so chi sono, brano contenuto nell’album Padania. Poi una confidenza: la musica come conforto e non distrazione durante un periodo buio e Joan as Police Woman, prima ospite della puntata, accompagnata da Rodrigo D’Erasmo.

La sensazione è quella di incontrare per caso un gruppo di amici che si ritrova nel solito club di provincia, fermarsi un’ora, parlare e suonare. Il posto è quello, il Lanificio 159 nel quartiere Pietralata di Roma. Ognuno canta quello che vuole, si improvvisa, qualcuno poi siede al bancone del bar e si racconta. E’ quello che succede con Claudio Santamaria che parla di cinema con la chitarra in mano, come spesso è abituato nel suo mestiere di attore, poi si diverte con Agnelli nel duetto di Ballata per la mia piccola iena, uno dei brani più amati dai fan degli Afterhours.

Le interviste sanno di chiaccherata, intime e spontanee. Lo scrittore Paolo Giordano confessa di essersi dovuto disinibire dal successo, raggiunto giovanissimo con l’uscita de La solitudine dei numeri primi, “come una malattia” che l’ha colpito all’improvviso. Il riferimento è amichevolmente rivolto ai Maneskin, i protetti di Agnelli, veri trionfatori dell’ultimo Xfactor e ospiti nella prossima puntata.

Infine Ghemon, rapper unico nella scena musicale italiana per il suo registro rabbioso e al contempo melodico e ricercato. Racconta brevemente della sua rinascita dopo la depressione, momenti che si intersecano nel disco Mezzanotte, uscito lo scorso settembre.

C’è poco di televisivo ma tanto della buona televisione che mancava nella seconda serata di Rai3. Un programma sofisticato, ideale per l’identità della rete e per niente banale, d’altronde “se c’è una cosa che è immorale è la banalità”.

Twitter: @vale_polly