Nuovo caso dieselgate: studi su cavie umane

E’ accertato: le case automobilistiche tedesche hanno condotto studi su cavie umane per dimostrare la bassa tossicità dei nuovi motori diesel sulla salute umana. La notizia diffusa inizialmente dal Süddeutsche Zeitung e dallo Stuttgarter Zeitung è che la Società Europea per l’Ambiente e la Salute nei Trasporti ha condotto studi sia su scimmie che su esseri umani cui sono state fatte inalare quantità crescenti di biossido di azoto, da 0,01, 0,5 e 1,5 parti per milione, per tre ore al giorno, per quattro settimane consecutive. Il biossido di azoto è la forma più pericolosa di ossido di azoto che si può comunemente riscontrare negli scarichi dei motori diesel. Le persone coinvolte o meglio le cavie erano 25 e dopo le inalazioni sono stati sottoposti ad analisi di fluidi corporei come saliva, secrezioni nasali, sangue, saliva e poi il respiro e la funzionalità polmonare. I risultati dello studio, pubblicati nel 2016 davano risultati incoraggianti, non avendo riscontrato risposte avverse particolarmente acute.

Le case automobilistiche che si ritrovano nell’occhio del ciclone, BMW, Daimler e Volkswagen quindi non erano direttamente coinvolte nella sperimentazione su cavie umane di cui si occupava appunto la Società Europea per l’Ambiente e la Salute nei Trasporti, che l’ha affidata all’università di Aquisgrana in collaborazione con quella di Monaco. Gli studi quindi avevano avuto anche l’approvazione del comitato etico dell’università stessa. Per questo le tre case automobilistiche coinvolte hanno negato qualsiasi coinvolgimento e hanno condannato la sperimentazione sia su scimmie che su cavie umane. La BMW ha commentato così: “Non conduciamo esperimenti sugli animali e non abbiamo preso parte a questa sperimentazione. Per questo non siamo in grado di dare informazioni sul tema in oggetto o di commentarlo.” La Daimler, proprietaria di Mercedes e di Smart, si è definita “Scossa dalla portata degli studi e dalla loro attuazione e condanna gli esperimenti nel modo più forte”. Anche la Volkswagen ha dichiarato che “I limiti etici e morali sono stati superati”. Sarà, ma rimane il fatto che la Società Europea per l’Ambiente e la Salute nei Trasporti era (infatti è stata smantellata) un consorzio finanziato proprio dalle tre case automobilistiche di cui sopra. Il fine era di creare un’agenzia indipendente, e questo ci sta, ma ci sta anche il sospetto che chi finanziasse la baracca avesse contezza almeno di come si spendevano i quattrini.

Nel frattempo è arrivato il chiarimento del policlinico dell’università di Aquisgrana, dove sono stati fatti i test: gli studi erano stati condotti per vedere quali potessero essere i danni alla salute degli operai che lavorano nel processo produttivo. Sarà, anche se chi lavora nel processo di costruzione di un’auto difficilmente ha a che fare con motori accesi, quindi francamente l’università di Aquisgrana potrebbe spiegare un po’ meglio i fatti. La Merkel che si è detta scandalizzata eccetera avrà un incontro con i rappresentanti delle tre case automobilistiche coinvolte per ricevere chiarimenti.

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