Wagashi: piccole opere d’arte tutte da gustare
L’affascinante mondo giapponese ha una tradizione culinaria antichissima e molto ricca sia di piatti salati ma soprattutto di dolci meravigliosi, realizzati con ingredienti ancora poco conosciuti da noi occidentali. Stiamo parlando di ingredienti quali i fagioli rossi azuki, da cui si ottiene la marmellata anko, la gelatina di alghe (agar-agar) o il riso glutinoso.
La cultura nipponica è da sempre molto lontana rispetto a quella europea e anche i dolci riflettono questa profonda differenza. Poco zucchero, ingredienti per lo più di origine vegetale e un gusto che al primo morso può sembrare un po’ strano. Questi dolci, superato lo stupore iniziale, riescono a regalare però inaspettate sorprese.
Chi non ha mai visto nei cartoni animati o nei manga dolcetti dalle forme simpatiche di animaletti e dai colori vivaci o pastello? La pasticceria del Sol Levante, più conosciuta con il termine wagashi, si basa prevalentemente su ingredienti di origine vegetale, ama le miniporzioni e viene servita come accompagnamento del cerimoniale del tè, per deliziare i palati con leccornie dall’aspetto iconico e originale, per stupire e saziare.
Bellezza, perfezione e gusto
Non tutti hanno la fortuna di poter viaggiare e conoscere cibi appartenenti ad altre culture e tradizioni, ma fortunatamente da oggi a Roma è possibile ordinare queste specialità zuccherose da casa grazie a Deliveroo. Ma andiamo a conoscere meglio i dolci tipici giapponesi più famosi:
- Il Taiyaki è sicuramente il dessert più simpatico, a forma di pesciolino con una farcitura di creme che varia a seconda dell’estro del pasticcere;
- Il Dorayaki è un famosissimo panino dolce che può assomigliare al pancake e che si gusta accompagnandolo con la marmellata di fagioli rossi;
- I Mochi sono dei dolcetti di pasta di riso ricca di glutine di forma ovale, rettangolare o tondeggiante che possono essere farciti con gelato, cioccolato, salse di vario genere e consistenza oppure essere caramellati e infilzati come fossero spiedini. Inoltre secondo le antiche credenze giapponesi questi pasticcini donerebbero molta energia e potere grazie ai doni soprannaturali provenienti dallo spirito del riso;
- Il Manju è un dolcetto cotto al vapore, fatto con un impasto di farina, polvere di riso e grano saraceno ripieno di una confettura di fagioli rossi e zucchero. La particolarità è la forma che può essere di animale o di frutta come pesche, conigli e addirittura funghi. Gli amanti del regista giapponese Miyazaki li riconosceranno sicuramente, infatti sono presenti spesso nel suo capolavoro “La città Incantata”;
- Gli Anmitsu non sono altro che cubetti di gelatina alla frutta ottenuta da alghe rosse, serviti con della pasta dolce di fagioli azuki, piselli lessi e fettine di pesca, ananas e ciliegie. Come tocco finale viene versato dello sciroppo per decorare il tutto.
L’origine della tradizione della pasticceria giapponese rimonta a quasi trecento anni fa e ogni dolce racchiude in sè una filosofia che lo identifica. Ogni ricetta impiega ingredienti che seguono una stagionalità e un lato estetico che li rende unici e che non ammette improvvisazioni. Tutto deve essere minuto, delicato e il gusto quasi sussurrato al palato, perché il vero obiettivo di questa arte dolciaria è quello di andare a colpire tutti i cinque sensi della persona, per un mix indimenticabile di sapori ed emozioni.