Il Consiglio di Stato destituisce Bellomo, ma lui non ci sta: “ingiustizia è fatta”

DESTITUZIONE BELLOMO – Durante l’adunanza generale del Consiglio di Stato è arrivato il parere favorevole alla destituzione del magistrato e consigliere Francesco Bellomo, sotto indagine per molestie. Una decisione rarissima nella storia dell’organo di autogoverno della magistratura amministrativa, figlia della pessima immagine che lo stesso Bellomo ha dato di tutto il Consiglio. Per rendere effettiva la destituzione manca soltanto il parere del Consiglio di Presidenza e infine la firma del Presidente della Repubblica. I fatti che vedono coinvolto lo stesso Bellomo non riguardano il suo operato di consigliere, ma quello di direttore della scuola per aspiranti magistrati “Diritto e scienza” con sedi a Roma, Bari e Milano.

IL METODO BELLOMO – Secondo quando emerso dalle indagini, Bellomo aveva dei metodi di selezione delle proprie borsiste a dir poco stravaganti. In una lunga intervista pubblicata sul Corriere della Sera, è Rosa Calvi a raccontare la sua drammatica esperienza con il consigliere di Stato. La ragazza 28enne fu scelta tra altre candidate, salvo scoprire poi, in separata sede, dell’esistenza di alcune clausole segrete al contratto stipulato con lo stesso Bellomo. Dal Dress Code femminile, fatto di minigonne e tacchi alti, all’obbligo di essere e rimanere single. La ragazza ha raccontato anche di alcune prove speciali, come l’andare in Ferrari ad alta velocità con lui, o passeggiare in zone malfamate della città. Cose che non avevano alcuna attinenza con lo scopo del corso di preparazione alla carriera da magistrato.

A dare sostegno alle parole della Calvi, ci sarebbero anche nuovi particolari emersi dalle pagine della rivista giuridica telematica «Diritto e Scienza» scritte dallo stesso Bellomo assieme al pm Davide Nalin, suo braccio destro nell’omonima scuola. La rivista telematica, da strumento dedicato al mondo del diritto, era diventata un vero e proprio diario delle storie tra il docente e le sue borsiste. Nella rivista 11-10 del 2014 ad esempio, si cita un “caso emblematico“, ovvero una “ragazza con rendimento e voti ottimi”, “una finale nazionale del concorso di Miss Italia” ma con il solito “immancabile fidanzato sfigato“. Nello scritto si legge anche di come, per migliorarsi, si doveva scegliere di tradire il proprio partner con “l’agente superiore“, termine ricorrente nelle riviste del consigliere. In altri numeri, Nalin, aveva chiaramente scritto: “il tradimento dei fidanzati sfigati non è solo giustificato, ma addirittura doveroso” lasciando al davvero poco all’interpretazione.

LA REPLICA DI BELLOMO – Nella serata di ieri non è mancata la replica dello stesso Bellomo alla destituzione dalla carica di consigliere di Stato. “Ingiustizia è fatta“. Queste le prime parole del magistrato, che ha poi continuato: “Dopo quasi 25 anni di lodevole servizio per lo Stato vengo destituito perché, nella mia vita privata, in veste di direttore scientifico di una scuola di formazione giuridica sono stato autore di contratti di borsa di studio e pubblicazione sulla rivista telematica. Ipotesi per le quali la legge non consente la destituzione, prevista solo in caso di condanna per gravi reati. Invece io non ho subìto alcuna condanna, neppure alcun processo. L’unica condanna che ho subito, con effetti devastanti, è stata quella mediatica“.

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