Guerra dei camion bar: decide il Campidoglio

Affollano ogni angolo della capitale, fanno capolino nelle foto ricordo dei turisti al Colosseo o alla Fontana di Trevi, sembrano inamovibili tentacoli di un business da capogiro, eppure anche l’impero dei camion bar comincia a scricchiolare. La direzione è quella di allontanarli dal centro storico.

Bottigliette d’acqua che vanno a ruba davanti all’Anfiteatro Flavio, panini pagati profumatamente lungo i Fori Imperiali: i camion bar a Roma sono una miniera d’oro e i pochi che ne possiedono le licenze se le tengono ben strette. La famiglia Tredicine, ad esempio, ci ha costruito un impero. Tuttavia questo impero comincia ad essere scosso. La questione della regolamentazione di questo tipo di commercio e dell’incidenza che esso ha sul decoro urbano di certe zone storiche è sempre stata zona calda di discussione, in merito alla quale la giunta regionale ha preso una decisione chiara e netta: niente più sovrapposizioni e incomprensioni tra Regione e Comune, la patata bollente adesso è tutta in mano a Roma Capitale. Con una proposta di legge approvata all’unanimità presso la sede della Giunta Regionale di Via Cristoforo Colombo, alla presenza del sindaco di Roma Ignazio Marino, si è deciso di decentrare su Roma la questione del commercio su strada in nome di una semplificazione che elimina le lungaggini burocratiche e i rimpalli tra i due enti. Questo è solo uno dei provvedimenti delle legge regionale ribattezzata “uccidi burocrazia“.

Per il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, Roma si prepara a una rivoluzione. La proposta di legge infatti non si limita ad affibbiare al Comune l’onere di determinare i criteri per le autorizzazioni dei banchi mobili ma elimina il principio di equivalenza, quel principio per il quale un camion bar poteva essere spostato solo in un altro luogo di pari valore economico, il che de facto limita gli spostamenti in siti di altrettanto rilevante interesse storico-artistico ed equivalenti sotto il profilo del degrado urbano. L’abolizione di questo vincolo potrebbe dare il via a un’operazione di allontanamento dei camion bar dal centro storico, tentando una rivoluzione là dove nessuno aveva osato intervenire. Sarà Ignazio Marino a dover andare a stuzzicare i vertici di quella lobby e tutto lascia pensare che non sarà facile.

In merito alla nuova legge si è già levata la voce di Alfiero Tredicine, esponente della famiglia che detiene gran parte delle licenze in questione. Alfiero, presidente tra l’altro di Apre Confesercenti, non si lascia turbare troppo dal passaggio di consegne dalla Regione al Comune: «I posteggi vanno mantenuti perché hanno la loro storicità. I nostri camion al Colosseo? Ormai sono solo tre, e tutti rispettano il cono visivo». Si dichiara fiducioso Alfiero, che del resto con il Campidoglio è legato da un fil rouge che porta il nome di Giordano Tredicine, nipote di Alfiero e vice presidente dell’assemblea capitolina.

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