Sicilia terremoto: sarà peggio di L’Aquila

Sicilia terremoto – La terra continua a tremare: un potente sciame sismico di magnitudo 3.9 è stato registrato – alle 2:13 di stamane – lungo il Canale di Sicilia. Secondo quanto emerso dai rilevamenti dell’INGV ( Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) il sima – con epicentro in mare, a 63 km di profondità a sud di Modica – non ha, fortunatamente, causato danni a persone o cose. La sequenza sismica sta destando serie preoccupazioni da parte degli esperti: si tratta della terza scossa di terremoto, dopo quelle registrate intorno alle 12:00 ed alle 13:00 di ieri, di magnitudo 3.5 e 3.6. Lo sciame sismico è stato avvertito debolmente anche nel ragusano e nella vicina Malta.

Una profezia che, a distanza di tre anni, oggi è al vaglio degli esperti in materia. Un terremoto annunciato – nel lontano 2014 – dalla copiosa documentazione che Alessandro Martelli, direttore del centro di ricerche Enea di Bologna, aveva sottoposto pubblicamente come “dato oggettivo” di ricerca mettendo nero su bianco quelle che, imprudentemente, erano state etichettate come semplici congetture. “La Sicilia, dichiarava Martelli, potrebbe essere investita entro i prossimi 24 mesi da un terremoto senza precedenti”. Al di là dei detrattori di quella che veniva banalizzata come un’assurda ed apocalittica profezia senza fondamento, c’era chi, invece, ipotizzava un terremoto di 7,5 gradi di magnitudo.Tra questi, l’Accademia russa delle Scienze e l’International Centre of Theoretical Physis rincaravano la dose rilanciando una tesi frutto di ricerche tutt’altro che rassicuranti, rilasciando alla stampa le seguenti dichiarazioni: “recenti studi affermano che i tempi sarebbero maturi per un violento terremoto tra la Sicilia e la Calabria. Peggio del sisma aquilano”.

Le istituzioni invitano alla prudenza. E a ragion veduta. Secondo quanto è emerso dalle ultime indagini la regione Sicilia, al momento, non sarebbe in grado di far fronte ad una catastrofe sismica di tale portata: l’80% del territorio è completamente privo di un piano d’emergenza. Di fronte alla proverbiale negligenza istituzionale tutta italiana, non resta che fare appello al buon senso ed al solito “savoir -faire pret a porter.”

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