Intervista al Club dell’Ornitorinco: l’arte a portata di clic
Club dell’Ornitorinco
Capita a tutti, quando visitiamo un museo o una galleria, di accorgerci che le nostre conoscenze si fermano più o meno alle nozioni di storia dell’arte delle scuole superiori, e di tutte quelle opere di arte contemporanea dalle forme meno tradizionali ci capiamo ben poco. Leggiamo le targhette con autore e data, e lì ci dividiamo in due categorie: quelli che fingono di averne compreso ogni aspetto e guardano con saccente superiorità gli altri visitatori che confusi armeggiano con l’audioguida, e quelli che invece di fronte a ciò che non capiscono rispondono con disprezzo: “Questa non è arte!”. Per tutti coloro a cui queste due categorie stanno strette è nata una startup che propone un approccio nuovo, lontano da ogni arido nozionismo. Si chiama Il Club dell’Ornitorinco e l’hanno messa su quattro ragazzi, tutti con meno di trent’anni: Silvia, Tullia, Enrico e Giulio. Sono andata a trovarli nella loro sede a Treviso e mi sono fatta raccontare questo progetto che mette insieme arte e tecnologia.
A sentir dire “Club dell’Ornitorinco” verrebbe da pensare a un gruppo di salvaguardia di specie animali dall’estinzione o giù di lì, e andremmo fuori strada. Però spiegateci: che cosa c’entra l’ornitorinco con la storia dell’arte?
In apparenza nulla, in realtà molto! Basti pensare a quanto è complesso e contraddittorio questo animale, un mammifero che depone le uova con il corpo da marmotta e zampe e becco d’anatra. Quando è stato avvistato in Australia dagli esploratori occidentali questi pensarono che non sarebbe dovuto esistere, eppure eccolo là. Ecco, noi l’arte contemporanea la vediamo così, non come qualcosa che deve adattarsi a ogni costo alle nostre categorie e preconcetti ma che va studiata e apprezzata in quanto tale. Le etichette verranno solo dopo aver compreso cosa si ha davanti.
Com’è nata l’idea del club?
Siamo in 4 ad aver dato il via a questo progetto. Ci siamo formati alla Peggy Guggenheim Collection a Venezia e lavorando sul campo ci siamo resi conto che volevamo fare di più, raggiungere più persone e parlare di più argomenti, così l’idea di una piattaforma per corsi online ha iniziato a prendere forma. Siamo tutti specializzati in arte contemporanea e questo ci sembrava anche il campo con maggior bisogno di un intervento, perché ci circonda, è l’arte del nostro tempo, suscita un enorme interesse eppure a volte alle persone riesce difficile comprenderla. Noi crediamo che si tratti di una lacuna che inizia a formarsi già dal periodo scolastico, e che può essere colmata anche per chi non lavora nel settore ma semplicemente si chiede: “Cosa vuol dire quello sto guardando?”.
Si tratta di una startup unica nel panorama italiano. Come funziona?
L’unicità è data dalla combinazione di elementi che si trovano già da un po’ di tempo in giro, ma che non erano stati messi al servizio dell’arte. Quello che facciamo è utilizzare un software per videoconferenze per erogare delle lezioni in diretta, dove i partecipanti possono interagire sia con l’insegnante che fra di loro e che permette la condivisione di materiale come slide e immagini. Funziona così: le persone prima si registrano al sito e poi acquistano i crediti che servono per iscriversi ai corsi. Nella pagina dedicata ai corsi troveranno la lista di quelli al momento attivi, tutti disponibili in giorni e orari diversi, consultabili in un comodo calendario. Ci si iscrive e il gioco è fatto: il giorno del corso si riceve un’email che contiene il link per accedere al corso, basta cliccarci qualche minuto prima dell’ora di inizio e accedere all’aula virtuale!
Quali vantaggi offre questo particolare e-learning live e interattivo rispetto alle lezioni tradizionali?
Intanto permette alle persone di relazionarsi con un insegnante in carne e ossa, a cui poter parlare e rivolgere domande, fuori dall’ambiente accademico o ufficiale che a volte sembra scoraggiare chi di arte si interessa ma magari non è un esperto mondiale. Inoltre è estremamente flessibile, poiché uno stesso corso viene riproposto in date diverse. Terzo, ci permette di offrire un ventaglio di corsi molto ampio e in continuo aggiornamento. Infine, e questo è un vantaggio anche per noi, non importa in quale città si abiti per poter partecipare.
Un nostro ministro dell’economia disse che “con la cultura non si mangia”. Un presidente degli Stati Uniti consigliò di dedicarsi ai lavori manuali “perché pagano bene e spesso sono più utili di una laurea in storia dell’arte”. Dite la verità, l’hanno detto anche a voi? Come rispondevate allora e come rispondete adesso?
In passato eravamo un po’ indispettiti, rivendicavano rispetto e dignità per i nostri studi che non ci sembravano, e sembrano, da meno di altri, specie in un Paese come il nostro. Oggi il nostro atteggiamento è molto cambiato, puntiamo a dimostrare con i fatti che l’arte è un arricchimento sotto moltissimi punti di vista e ha delle ripercussioni positive su tutta la collettività. Per noi adesso ciò che conta è lavorare nel mondo dell’arte in maniera intelligente e innovativa, il ricavo economico è la conseguenza di un lavoro ben svolto e non uno scopo.
In ogni gruppo c’è l’eterno insoddisfatto, quello che costringe tutti a fare tardi per controllare ancora quel dettaglio, poi c’è quello che ha sempre la battuta pronta… Come sono gli equilibri nel vostro team? Sono cambiati nel passaggio da compagni di università a soci di una startup?
È un equilibrio mobile in effetti, abbiamo quattro personalità molto diverse, (e qui ognuno comincia a raccontare qualcosa dell’altro punzecchiandolo, ndr): Tullia è la mente scientifica, quella che analizza ogni progetto, dati e tabelle alla mano, Giulio ascolta guardando fuori dalla finestra e fantasticando sulle meraviglie che possono venir fuori da quell’idea, Enrico intanto, addetto alle matitine, tira su un foglio su cui ha tradotto le parole in immagini, e così anche un piano marketing diventa un manifesto di una corrente artistica… E in questa fucina interviene Silvia, la coscienza attenta che setaccia e amalgama gli ingredienti e come il lievito nelle torte fa crescere il composto, cosicché il risultato sia migliore della somma delle singole parti. Il bello è che ognuno incoraggia l’altro o lo critica se necessario, ed essere amici prima ancora che soci fa sì che possiamo essere estremamente sinceri l’uno con l’altro. Un altro punto di forza è che ognuno di noi si è specializzato in determinati artisti, movimenti o argomenti e porta il suo bagaglio nel gruppo, così da darci nuovi spunti e stimoli a vicenda.
Obiettivi futuri: cosa vi augurate per l’anno nuovo?
Di arricchire sempre di più la piattaforma, con nuovi corsi, video e articoli. Ogni volta che finiamo di fare qualcosa stiamo già pensando a come migliorarla, è un’attività continua. Poi puntiamo a espanderci il più possibile, noi tutti viviamo in Veneto al momento e una volta al mese organizziamo una visita guidata. Sarebbe bello iniziare a farlo anche in altre città, Roma, Milano… E via così!
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