Luis Silvio Danuello. Il Re dei bidoni (per non parlar degli Ufo)
Luis Silvio Danuello. Il Re dei bidoni, il loro stesso simbolo, l’emblema. Quello preso ad esempio per dire che non tutto ciò che arriva da lontano è meglio dei prodotti nostrani. E la sua caratteristica è che è così da subito, dagli anni ’80. Mentre arrivavano i campioni che avrebbero reso il Campionato italiano il più bello del mondo, arrivò anche lui. Sia il suo acquisto che il suo rendimento che le storie che seguirono al suo abbandono dell’Italia, fecero di lui un mito. Si susseguirono leggende e alla fine, dopo molti lustri, lui tornò, arrabbiato e stizzito per dire la sua. Ma andiamo per ordine.
Dopo la sconfitta con la Corea nel mondiale del 1966 la Federazione decise di chiudere le frontiere, troppi stranieri stavano depauperando il nostro patrimonio calcistico. Curioso che passino i decenni ma poi le polemiche siano sempre le stesse. Arrivati alla stagione 1980/81 si decise che oramai era tempo di riaprire le frontiere. Uno straniero per squadra. Quindi la scelta doveva essere oculata. Il Napoli prese Krol, la Juventus il gentiluomo irlandese Liam Brady, la Roma il Divino Falcao. Le piccole, non potendo competere per questi nomi, cercarono di trovare il jolly, il talento ancora grezzo, il potenziale campione ancora inespresso. Il Bologna prese Eneas (sfortunatissimo, morì molto giovane), l’Avellino il buon Juary e la Pistoiese, che da lì ad oggi non ha più visto la Serie A, lui, Luis Silvio Danuello. La Pistoiese aveva spedito i suoi emissari in Sud America per trovare un gioiellino, uno qualunque, che potesse essere un buon affare e che potesse far sognare i tifosi toscani. Scovarono Luis Silvio. Arrivò a Pistoia accolto con grande entusiasmo ma quasi subito si capì che non era questo gran campione, anzi che non era nemmeno un campioncino, anzi che, probabilmente, era una gran sega. E qui cominciano le leggende, non sappiamo se quel che raccontiamo sia vero o no, ma c’era talmente tanta curiosità su questo giocatore, pescato così lontano e del quale nessuno sapeva niente. Erano gli anni ’80, non esisteva Internet, non esistevano le Pay Tv, e ovviamente non esisteva YouTube. Nessuno aveva mai visto giocare tanti dei calciatori che arrivarono. Non si vedevano in tv partite dei campionati stranieri, si vedevano le Coppe, era tutto avvolto di mistero. Sembra che i dirigenti del Ponte Petra, la squadra di Luis Silvio, si accordarono con compagni e avversari per far fare bella figura al nostro eroe, che infatti venne ingaggiato. Sembra anche che gli venne chiesto in quale ruolo si esprimesse al meglio e lui disse “ponta” che venne grossolanamente tradotto con “punta”, ma in realtà era un’ala, molto veloce. E qui cominciano i guai.
Alla prima di campionato Danuello gioca, gioca malissimo, non fa praticamente nulla e la Pistoiese perde contro il Torino. Luis Silvio diventa in breve tempo un oggetto misterioso, non sembra neanche un giocatore di calcio. A Pistoia cominciano a temere d’aver preso un granchio. Tra l’altro la Pistoiese è ricordata, oltre per aver stipendiato il nostro Danuello per un altro curioso episodio del calcio italiano. APRO UNA GRANDE PARENTESI. Il 24 Ottobre del 1954 c’è a Firenze una partita delle squadre riserve di Fiorentina e Pistoiese. All’inizio della ripresa la partita venne interrotta e non ricominciò più per un motivo crediamo unico nella storia del mondo del calcio. Ventimila spettatori e tutti i giocatori in campo furono testimoni di un incredibile avvistamento di Ufo. 20 dischi volanti apparvero sopra lo stadio, rimasero una decina di minuti poi, probabilmente delusi dal fatto che Luis Silvio Danuello ancora non giocasse per gli arancioni, se ne andarono. Cominciarono a cadere dal cielo dei filamenti biancastri, bambagia silicea venne definita. Sembra ci fossero in zona esercitazioni militari, sembra che i filamenti siano prodotti da dei ragni, sembra tante cose ma una spiegazione certa non la si ha e quella partita, che non riprese più, è rimasta nella storia per essere stata interrotta dagli Ufo. E con un numero di testimoni mai visto prima. Quindi la Pistoiese è nota per questo e per aver avuto il nostro eroe Luis Silvio. CHIUSA LA GRANDE PARENTESI.
L’esperienza toscana di Luis Silvio Danuello si rivela un fallimento, appena sei presenze e un mesto ritorno in Brasile. O no? A quel punto cominciano le leggende. Luis Silvio vende le bibite allo stadio di Pistoia, macché Luis Silvio si è aperto una pizzeria! (cosa fatta in realtà da un altro protagonista di quei tempi, il grande Geronimo Barbadillo), altre voci, più imbarazzanti narrano invece che sia diventato addirittura attore di film porno. Perché come attaccante non era granché ma in fondo Luis Silvio era un bel ragazzo. Ma di certo in realtà non si sa nulla. Luis Silvio è sparito e nessuno sa quale sia la verità. Ma arriviamo ai giorni nostri, oggi sì che esiste internet e Luis Silvio oggi ha anche dei figli che, logicamente, con internet ci sanno fare. E scoprono le varie voci che girano in Italia da decenni sul loro papà. Attore porno???? Giammai. Dopo lustri e lustri Luis Silvio riappare, per difendere il suo onore. Contatta la Gazzetta dello sport e dà la sua versione dei fatti. Racconta dell’equivoco nato da “ponta”, afferma che non è vero che venne truccata la partita per far fare bella figura a lui, che è stato un calciatore anche dopo Pistoia e che non vuole più che i figli leggano falsità sul suo conto. Non è stato Pelé ma non è stato neanche un imbroglione. Lui calciatore lo è stato sul serio, non era colpa sua se in un calcio molto più ruspante una squadra di Serie A partisse per il Brasile senza neanche un interprete. Lui ci tiene a difendere il suo onore. Quindi sì, è stato veramente un calciatore, ma per tutti rimarrà sempre il re dei bidoni, l’emblema delle toppe prese oltreoceano, il simbolo di tutti gli oggetti misteriosi, lui, il mitico Luis Silvio.
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