Artisti all’Opera, oltre un secolo di arte figurativa al Teatro dell’Opera di Roma

Sin dalle sue origini il Teatro dell’Opera di Roma è stato fondamentale luogo d’incontro dei più grandi artisti del Novecento. Non solo compositori, musicisti, registi e costumisti, ma anche pittori, disegnatori e artisti figurativi che hanno, ognuno a suo modo, dato il loro contributo al processo creativo di un’arte totale come l’opera lirica, sintesi di tutte le discipline artistiche in cui canto, musica, danza, recitazione, poesia e arte figurativa raggiungono l’unità.

09Al Museo di Roma di Palazzo Braschi fino al prossimo 11 marzo 2018, la mostra Artisti all’Opera. Il Teatro dell’Opera di Roma sulla frontiera dell’arte da Picasso a Kentridge 1880-2017 racconta i 137 anni di storia del Teatro dell’Opera attraverso le scenografie, i bozzetti, le maquette e i meravigliosi costumi realizzati dai più grandi artisti e artigiani per le più importanti opere andate in scena nel teatro lirico capitolino in tutti questi anni. Una storia iniziata a fine Ottocento con la prima di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, per poi continuare con la Tosca di Puccini, l’Elektra di Richard Strauss, la Carmen di Bizet, fino ad arrivare ai grandi successi di Fra Diavolo e de La Traviata degli anni recenti. Proseguendo sala dopo sala, seguendo la lunga storia del Teatro che per anni offrì al pubblico romano la possibilità di assistere alla più innovativa produzione europea, si susseguono costumi, fotografie e disegni preparatori, in un fitto dialogo di opere, artisti e musica che vide alternarsi sul palco personalità di spicco come il geniale inventore dei Balletti Russi Sergej Diaghilev, coreografi come Aurel Milloss, compositori come Igor Stavinskij, pionieri dell’arte del costume come Caramba e Fortuny nonché artisti come Casorati, De Pisisi, Prampolini, Giorgio De Chirico, Pablo Picasso che nel 1919 realizzò le scene e i costumi per il balletto di Manuel De Falla Il cappello a tre punte, e poi, durante l’eccezionale fermento culturale degli anni Sessanta Renato Guttuso, Giacomo Manzù, Alexander Calder, seguiti nei decenni successivi da Alberto Burri, Mario Ceroli, Arnaldo Pomodoro fino a William Kentridge.

Una mostra che porta direttamente dietro le quinte del palcoscenico per mostrare l’immane lavoro che si cela dietro una messinscena e che diventa essa stessa uno spettacolo con cambi di luci e di scena in ogni singola sala. Un percorso espositivo che riesce bene nel suo obiettivo: quello di restituire alla memoria oltre un secolo di storia della creazione artistica che ruota attorno a quello che fu il Teatro Costanzi, divenuto poi Teatro dell’Opera di Roma, una storia strettamente legata alla storia della Capitale e a quella culturale dell’intero Paese.

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@vale_gallinari