E’ morto Bacalov, Oscar per “Il Postino”

E’ morto Bacalov.  Luis Bacalov se nè è andato – tra le note malinconiche delle sue celebri colonne sonore – alla veneranda età di 84 anni. Una vita intensa, la sua; un viaggio itinerante che dall’Argentina lo ha visto planare sui palcoscenici di tutto il mondo. Dopo un breve soggiorno nella Spagna franchista dell’alienazione, Bacalov si trasferisce prima a Parigi per poi approdare, finalmente, nel Bel Paese: l’Italia di Fellini, Pasolini, Rosi; a godere de “La tregua” di una lunga carriera artistica culminata, nel 1996, nel non plus ultra dei premi : l’Oscar per le musiche de “Il Postino”, ultimo film di Massimo Troisi. Una vittoria dal “retrogusto polemico”, infangata dall’accusa di plagio. Un “falsetto” che, dalla becera retorica discografica, è balzato tra le aule stonate dei tribunali che rivendicavano glorie e diritti d’autore a favore degli “eredi Sergio Endrigo”; vicenda che si è conclusa con una pacifica “conciliazione”.

E’ morto Bacalov – Tante le collaborazioni e gli “arrangiamenti” dal marchio Luis Bacalov: da Villa a Milva; da Rita Pavone a Mia Marini fino a Sergio Endrigo e la celebre “Io che amo solo te”; una discografia che finisce per contaminare anche le pellicole d’autore attraverso due brani che Quentin Tarantino trasformerà in celebri colonne sonore per i suoi “Kill Bill” e “Django Unvchained”. Una carriera ” itinerante” che ha calcato i palcoscenici di prestigiose accademie musicali e cinematografiche: l’accademia Musicale di Siena e l’accademia romana di cinema Act Multimedia di Cinecittà. Una vita da Oscar che ieri, intorno alle 18,00, è giunta al capolinea tra le mura dell’ ospedale San Filippo Neri, dove Luis Bacalov è stato ricoverato una decina di giorni fa per un’ischemia. Una vita in musica che si è fregiata dell’immortalità di una struggente melodia da trasmettere ai posteri, eterni fruitori di un’arte senza tempo né età: “La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve” ( Massimo Troisi).

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