Russia 2018: per l’Italia è una tragedia (economica) mondiale

E’ fatta, niente Russia 2018 per la nazionale azzurra, siamo stati eliminati da una Svezia bruttina anzichenò e siamo stati pure sfortunati, anche se, come dice qualcuno, a non segnare nemmeno un gol ad una squadra di quel livello pure ce ne vuole. Ma tant’è, la frittata è fatta. Il coro di critiche che riguarda i calciatori o il tecnico azzurro, che assumeranno di certo il tono del linciaggio, davvero ci lasciano indifferenti. Non avevamo uno squadrone, ma certamente i nostri ragazzi sono molto meglio di tanti gruppi che hanno staccato il pass per Russia 2018. Ventura è un tecnico inadeguato per la nazionale? Certo, lo sapevamo tutti, e nessuna argomentazione usata fin’ora per convincerci del contrario ci ha mai convinto. Come sempre poi, a sparare a zero sullo sventurato c.t. azzurro sono gli stessi che fino a qualche mese fa parlavano a vanvera del c.t. che insegnava calcio, come se ai giocatori della nazionale servano dei maestri.

Sembra sempre che le grandi testate dimentichino che una cosa è un allenatore di club ed altra il commissario tecnico della nazionale (o selezionatore): sono mestieri diversi ed hanno anche nomi diversi. Ventura che era inadeguato avrà la sua croce che sarà pesantissima da portare: lui è entrato di diritto nella storia del calcio italico come l’allenatore della disfatta, riuscendo con questa mancata qualificazione a far passare in secondo piano le figure barbine rimediate negli ultimi due mondiali. Dopo due mondiali ridicoli cosa c’è di peggio? Non andare proprio in Russia. In linea con la nostra tradizione recente insomma.

Per la federazione poi è una vera mazzata dal punto di vista economico e questo era molto temuto. Il Campionato del mondo di calcio funziona come un torneo di tennis, con un montepremi che tutte e 32 le partecipanti si divideranno in base ai risultati ottenuti. Ovviamente il montepremi dei mondiali è una montagna di quattrini: per l’edizione Russia 2018 si tratta di 400.000.000 di dollari USA per la precisione. La distribuzione funziona così: le squadre eliminate ai gironi prendono 8 milioni, quelle eliminate agli ottavi ne prendono 12, quelle eliminate ai quarti intascano 16 milioni, poi dalla quarta alla prima si portano a casa rispettivamente 22, 24, 25 e 38 milioni. Ovviamente qui si parla del montepremi del torneo, cioè soldi della FIFA. Ma a questi vanno aggiunti, e sono sempre a questi proporzionati, i soldini degli sponsor. Gli sponsor pagano per la visibilità: una cosa è giocare delle partite dei mondiali in cui c’è mezzo mondo davanti alla Tv, altra cosa è giocare la partite di qualificazione contro Macedonia o il Lichtenstein. Il danno come mancato introito degli sponsor è difficile da quantificare con precisione ma è certamente molto maggiore dei mancati introiti del montepremi FIFA; volendo fare un calcolo a spanne, si parla tra una cosa e l’altra di 100 milioni di dollari persi dalla Federazione Italiana Gioco Calcio. Il disastro arriva in un momento in cui la Federazione avrebbe dovuto impegnarsi, soprattutto nel settore femminile, in cui siamo deficitari, al contrario dei nostri sempiterni avversari come Inghilterra, Germania e Francia.

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