Arrestato Marco Accetti, l’uomo che si accusò del rampimento Orlandi

Marco Fassoni Accetti, l’uomo che si autoaccusò del rapimento di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori nel 2013, è stato arrestato a Roma.

Marco Fassoni Accetti, il fotografo d’arte romano, balzato agli onori della cronaca per i presunti rapimenti dei Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori e dell’omicidio del piccolo Josè Garramon, è stato arrestato. Secondo quanto riporta fanpage.it, Accetti è stato rintracciato dagli agenti del commissariato Vescovio nel suo studio di via Tripoli, al Nomentano, a Roma. L’uomo si era nascosto sotto un pianoforte per sfuggire agli agenti. A far scattare la misura cautelare è stata la violazione degli arresti domiciliari a cui Accetti è sottoposto per un residuo di pena da scontare.
Ma ripercorriamo le tappe criminali e quelle presunte tali. Nel 1983, fu accusato dell’omicidio di Josè Garramon – un bambino di 12 anni e figlio dell’ambasciatore uruguaiano a Roma – ma fu condannato soltanto a un anno di reclusione. Alcuni anni più tardi, nel 1995, un altro ragazzino 12enne, Bruno Romano, sparì dal quartiere Africano di Roma, luogo in cui Marco Accetti faceva il fotografo. L’accusa fu di rapimento per costringerlo a “a subire rapporti sessuali, con la partecipazione di un suo amico omosessuale”. E poi il colpo di scena nel 2013 quando, il suo nome tornò in prima pagina durante “Chi l’ha visto?”, la trasmissione in cui accusò se stesso del rapimento di Emanuela Orlandi e della coetanea Mirella Gregori. Ma perché è finito di nuovo in carcere? Secondo blitzquotidiano.it, “è finito di nuovo, perché già a suo tempo venne condannato per omicidio colposo per avere investito e ucciso con un furgone nella pineta di Castelporziano il minorenne Josè Garramon. Il mistero Orlandi non c’entra assolutamente nulla. […] Accetti è finito in carcere, prima ai domiciliari e poi il 28 ottobre a Regina Coeli per esserne “evaso”, a causa di una molto più banale faccenda di – diciamo così – debiti a scadenza mensile: debiti a suo tempo riconosciuti e quantizzati dal magistrato, ma che il condannato a un certo punto si è rifiutato di onorare perché  ha ritenuto eccessiva la rata mensile, guadagnandosi così lo scorso 18 settembre la condanna a tre mesi di arresti domiciliari”.

 

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@_mchiara