“Etica ed Estetica al lavoro”: terza edizione per Foto/Industria a Bologna

Qual è il confine che separa l’industria dall’arte? Quando la manifattura cessa di esser tale e diviene opera? “Etica ed Estetica al lavoro”, titolo della rassegna fotografica in occasione della terza edizione della Biennale Foto/Industria, è senza dubbio un tentativo di risposta visiva a queste domande.

Inaugurata il 12 ottobre – e in scena di Bologna fino al 19 novembre – la terza edizione della Biennale Foto/Industria, oltre alla Fondazione Mast (che la organizza), propone al pubblico altre tredici mostre dei fotografi più rilevanti del panorama mondiale, distribuite nei luoghi simbolo della storia e della cultura cittadina, nei palazzi e nelle residenze di grande rilevanza artistica. Dalla “Macchina – Energia” di Thomas Ruff (Fondazione Mast), ai “Paesaggi industriali” di Jusef Koudelka (Museo civico archeologico); da “Al lavoro” di Lee Friedlander (Fondazione del Monte), allo “Sputnik: l’odissea del Soyuz II” di Joan Fontcuberta (Palazzo Boncompagni); da “Il mondo industriale” di Alexander Rodchenko (Casa Saraceni), a “Gli anni Militanti” di Mimmo Jodice (Santa Maria della Vita); da “Mitch Epstein and The Making of Lynch” (Pinacoteca Nazionale), a “La fine delle manifatture” di John Myers (Museo della Musica); da “Forza lavoro” di Michele Borzoni (Palazzo Pepoli), a “Machina & Mechanism” di Marten Lange (Teatro San Leonardo); da “Futuro passato” di Vincent Fournier (MAMbo), a “Sviluppare il futuro” di Carlo Valsecchi (Ex Ospedale dei Bastardini); da “Trasform” di Mathieu Bernard – Reymond (Spazio Carbonesi), a “Diario di un’indagine” di Yurichi Watabase (Palazzo Poggi), la città cambia il suo volto e si veste di frenetica modernità. Possa il vostro cammino essere Thomas Rufftortuoso, ventoso, solitario, pericoloso e portarvi al panorama più spettacolare, scriveva Edward Abbey in Desert Solitaire. Ed è così che in questo cammino – labirinto di Foto/Industria, la sete di curiosità vi farà sì conoscere le opere fotografiche dei più grandi artisti della macchina e, allo stesso tempo, ammirare Bologna in tutta la sua bellezza, scovando ogni angolo della città antica.     Tra storico e moderno, tra passato e futuro, tra dimenticanza e memoria, in una dialettica continua, le pareti della Fondazione Mast si arricchiscono delle foto di Thomas Ruff.  “Una volta credevo di poter catturare la realtà con la fotografia, ma poi ho visto cambiare sia questa che il mondo e da allora il mio lavoro non è che un interrogarsi su come reagire a questi mutamenti”, afferma il demiurgo della foto il quale, con le serie Macchine, Notti, Case, Altri ritratti, Jpegs, Fotogrammi, Negativi, esplica sublimemente il continuo divenire, che muta e cambia incessantemente nel tempo e negli spazi: dagli interni all’architettura, fino al paesaggio industriale, sempre attraverso la concezione della sua fotografia, vale a dire concettuale.

 

 

Vai alla home page di LineaDiretta24

Leggi altri articoli dello stesso autore

@_mchiara