Immigrazione: perquisita la Vos Hestia

Continua il duro lavoro della procura di Trapani nell’ambito dell’inchiesta partita lo scorso aprile che vedrebbe coinvolte le ONG impegnate nel salvataggio di migranti. L’ultima in ordine di tempo a meritare gli onori della cronaca è Save The Children: lunedì la sua nave più importante, la Vos Hestia, è stata perquisita dagli uomini della SCO (Servizio Centrale Operativo degli uomini della polizia di stato), mentre il suo comandante, Marco Amato, risulterebbe sul registro degli indagati dallo scorso settembre. Tra le ipotesi di reato contestate alla ONG spiccherebbe quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, a causa di presunti contatti tra quest’ultima e i trafficanti di uomini. Da mesi sarebbe operante sulla nave un agente sotto copertura grazie al quale la Procura di Trapani sarebbe venuta in possesso di numerose fotografie fondamentali per testimoniare gli avvenuti contatti tra Save The Children e i trafficanti, mentre tutta l’inchiesta sarebbe partita dalle dichiarazioni rese alla procura da parte di Pietro Gallo, uomo ingaggiato per la sicurezza proprio a bordo della Vos Hestia.

Stessa sorte era toccata nel mese di agosto alla “juventa”, motonave battente bandiera olandese appartenente alla Jugend Rettet. Anche in quel caso l’accusa mossa dalla procura di Trapani si basava su indizi in ordine al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: la procura richiese e ottenne dal gip il sequestro preventivo dell’imbarcazione.

Nel caso della Vos Hestia la stessa procura siciliana avrebbe scoperto un vero e proprio tariffario interno alla stessa ong: oltre al salario fisso pattuito tra l’organizzazione e i membri dell’equipaggio, ognuno di questi ultimi avrebbe ricevuto 50 euro addizionali per ogni immigrato tratto in salvo. Un incentivo non da poco considerata la possibilità di racimolare ingenti quantità di denaro tramite un certo numero di salvataggi.

«La perquisizione è stata finalizzata al sequestro di materiale cartaceo e informatico allo scopo di verificare l’esistenza di foto e video che documentino gli eventi Sar  e di comunicazioni ricollegabili al traffico di migranti» viene riportato tramite una nota della procura.

Se inizialmente tutto il filone d’inchiesta è scaturito dall’azione di due ex poliziotti, Lucio Montanino e Pietro Gallo, impegnati nell’ambito sicurezza a bordo della Vos Hestia, le indagini hanno preso una netta svolta grazie all’intervento sotto copertura di un agente: è grazie a quest’ultimo che è stato possibile documentare con video e foto le attività illecite di questi veri e propri taxi del mare.

perquisita la Vos Hestia

Save the Children ha provato a tutelare la propria immagine attraverso un comunicato: «Ribadiamo con forza che abbiamo sempre agito nel rispetto della legge durante la nostra missione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo e confermiamo, pertanto, ancora una volta, che non siamo indagati.
Tutte le operazioni sono state condotte in strettissimo coordinamento con la Guardia Costiera italiana e nella massima collaborazione con le autorità. La nostra missione è sempre stata guidata unicamente dall’imperativo umanitario di salvare vite.
Confidiamo che la magistratura, nella quale abbiamo piena fiducia, faccia immediata chiarezza sull’intera vicenda.
Oltre a ribadire la nostra totale estraneità alle indagini, annunciamo la sospensione delle attività di ricerca e salvataggio in mare, come già pianificato, e del resto attuato anche lo scorso anno. La decisione arriva dopo aver valutato attentamente la riduzione del flusso di migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Europa, e le mutate condizioni di sicurezza ed efficacia delle operazioni di ricerca e soccorso in mare nell’area. Per troppo tempo abbiamo supplito all’inesistenza o inadeguatezza di politiche europee di ricerca e soccorso, nonché di accoglienza dei migranti, cercando di portare un contributo concreto e volto al salvataggio delle vite di bambini e adulti». L’organizzazione si è inoltre preoccupata di contattare telefonicamente il sostituto procuratore incaricato dell’inchiesta, Andrea Tarondo, firmatario del decreto di perquisizione della stessa Vos Hestia, attualmente ormeggiata nel porto di Catania: «Abbiamo ricevuto ulteriori rassicurazioni dalla stessa Procura in merito alla nostra posizione sul fatto che le perquisizioni avvenute ieri sulla Vos Hestia non siano collegate ad alcuna accusa mossa contro Save the Children. Confidiamo pertanto che la magistratura, nella quale l’organizzazione ha piena fiducia, faccia immediata chiarezza sull’intera vicenda e abbiamo ribadito la nostra piena collaborazione alle autorità».

Non resta che attendere gli esiti di un’inchiesta che rischia d’infiammare ancor di più un autunno già caldo. Tutto era partito nell’aprile del 2016 dalle prime inchieste del pm Zuccaro: da lì la politica e le istituzioni si erano scatenate lanciando una battaglia abbastanza fragorosa, chi in difesa delle ONG, chi dei confini italiani. Certo è che la presa di posizione assunta da certa stampa contraria alle azioni intraprese dal pm Zuccaro, sono poi state rapidamente smentite dai fatti, tanto che è stato dimostrato, tra gli altri, l’assurdo collegamento operato dai media tra il canale di Sicilia e altri tratti di mare (realmente coinvolti per ciò che concerne i salvataggi) piuttosto distanti dal primo.

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@federicolordi93