F1: Mercedes campione del mondo, ma quante ombre su questo titolo

MERCEDES CAMPIONE DEL MONDO – Come era lecito aspettarsi a inizio stagione, il GP di Austin, in Texas, ha incoronato la Mercedes campione del mondo costruttori. Nulla di nuovo sotto il sole, con la scuderia anglo-tedesca in grado di spiccare letteralmente il volo dopo il GP di Monza. Onore alla Ferrari che ha provato a tenere aperta la contesa, e lo spettacolo, per quasi tutta la stagione, dovendosi infine arrendere a una serie di fattori, solo in parte dipendenti dalla scuderia del cavallino. Il rammarico più grande resta quello di una F1 totalmente politicizzata, in cui ogni decisione sembra essere presa unicamente per favorire questo o quel team, facendo calare pesanti ombre su tutto il Circus.

Non si può infatti non tenere conto di quanto si è visto in questa disastrata stagione. Facciamo un esempio. La FIA, per decidere sulle “sospensioni intelligenti” della Mercedes e della Red Bull, ha impiegato quasi una stagione intera, dichiarandole illegali unicamente dal GP di Melbourne di quest’anno, quando le stesse scuderie le avevano utilizzate anche nella stagione precedente. Quando invece sotto la lente di ingrandimento è finito il fondo delle rosse, sono bastate un paio di settimane per dichiararlo illegale e obbligare la Ferrari a correre un GP praticamente senza fondo. Come se non bastasse questa enorme disparità di tempistiche, è arrivato il fattaccio olio/motore. La FIA, infatti, tanto per scombinare ancor di più le carte, ha deciso di vietare la combustione eccessiva di olii addizionata al normale carburante. Norma ineccepibile, se non fosse che questa regola è stata introdotta unicamente a partire dalla gara dopo Monza. La Mercedes, con la solita sospetta scaltrezza, ha dunque omologato la sua ultima evoluzione di motore proprio a Monza, potendo quindi finire la stagione con un motore “dopato” a differenza di tutte le altre scuderie. Come abbiano fatto in Mercedes a prepararsi con tanta solerzia, quasi sapessero che stava per essere approvata questa regola, resta un mistero della fede (sportiva).

MERCEDES CAMPIONE, MA QUANTE OMBRE – Praticamente è come se durante un’olimpiade venisse improvvisamente considerato doping un farmaco che tutti gli atleti hanno usato fino a un certo momento. Solo che, invece di vietarlo a tutti e stop, si è permesso che un solo atleta, preparato con la giusta scorta, potesse continuare a usarlo a scapito degli altri. Che valore può avere un titolo ottenuto così? Quali meriti vanno riconosciuti alla Mercedes campione, se di fatto il loro motore ha avuto un vantaggio che gli altri non hanno potuto avere? Che credibilità crede di avere ancora uno sport dove la fanno da padrone cavilli e regolamenti, puntualmente disattesi da punizioni e politica?

La colpa più grande di questa situazione però, rimane sempre e unicamente della Ferrari. La scuderia italiana infatti sembra aver dimenticato quale peso politico accompagna il suo nome. Qual è la portata in termini di tifosi e sponsor delle macchine di Maranello. Se per Ecclestone aiutare un pilota e una scuderia inglese era quasi un atto patriottico, gli americani di Liberty Media dovrebbero, in teoria, essere molto più orientati sull’idea di spettacolo e guadagno. Un campionato aperto fino alla fine significa maggiore interesse del pubblico, maggiore pathos, maggiore seguito, quindi più visioni e più soldi. In quest’ottica non avallerebbero mai la decisione di permettere al team favorito, che miete successi a raffica da anni, di ottenere ulteriori vantaggi chiaramente illeciti (e resi leciti solamente da una norma cervellotica e di parte). Hamilton si appresta a diventare campione del mondo per la quarta volta, e per la quarta volta il suo enorme talento è superato solamente dagli aiuti di cui godono le macchine che guida. L’unico anno in cui è stato davvero in lotta con il compagno di squadra, a parità di macchina e di ordini di scuderia, ha miseramente perso, palesando al mondo intero la sua reale caratura, quella di pilota che rende solo quando tutto va bene.

Anche in questa stagione dovrà ringraziare i vertici della Mercedes campione per avergli permesso di gareggiare con un motore illegale, ringraziando anche la Red Bull per averlo aiutato a limitare la Ferrari nei GP per lui più delicati. Una serie di situazioni che gli hanno agevolato un cammino già facilitato da un compagno di squadra totalmente asservito alla causa. Negli annali probabilmente rimarranno numeri, record e vittorie, ma chi ha seguito questa stagione sa che, raramente nella storia della F1, abbiamo assistito a un risultato più drogato e bugiardo, che con lo sport non ha davvero nulla a che spartire.

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