Caso Weinstein, un’altra attrice italiana denuncia uno stupro
Caso Weinstein , lo scandalo che sta sconvolgendo Hollywood si allarga a dismisura. Dopo Asia Argento ci sarebbe un’altra attrice italiana coinvolta della quale non è stato reso noto il nome. Il suo avvocato David M. Ring ha presentato una denuncia per uno stupro compiuto dal produttore nel corso dell’Italian film festival di Los Angeles nel 2013. L’attrice, che ha voluto restare anonima per proteggere la privacy dei suoi figli, afferma che la violenza, avvenuta in una stanza d’albergo dove Weinstein si sarebbe semplicemente presentato per violentarla, ha avuto “un impatto mostruoso sulla sua esistenza”. La stessa ha affermato di aver poi vissuto mesi di autentico terrore. Era la prima volta che lo incontrava in vita sua.
Il Caso Weinstein ha scoperchiato un vaso di Pandora. Ogni giorno altre attrici si fanno avanti per denunciare le molestie e le violenze subite. Ultima in ordine di tempo Lupita Nyong’o, premio Oscar nel 2013 per “12 anni schiavo”, ha affermato di aver ricevuto avances indesiderate da parte del produttore dalle quali si liberò solamente accondiscendendo a ricevere un massaggio. E va ad allungare una lista già abbastanza lunga che comprende nomi importanti come Gweinet Paltrow, Mira Sorvino e la già citata Asia Argento della quale ieri il regista Giovanni Veronesi ha twittato che sapeva da 20 anni, che pensò a consolarla ma non denunciò.
Perché il caso Weinstein, a prescindere dalle colpe del produttore, sta sconvolgendo Hollywood in quanto era impossibile che nessuno sapesse. In troppi hanno taciuto. Se ne assume la responsabilità il regista Premio Oscar Quentin Tarantino. Ha dichiarato di aver saputo per certo di due violenze, una tra l’altro riguardante la Sorvino che all’epoca era la compagna del regista. “Ero scioccato e sconvolto. Non potevo crederci ma pensavo che all’epoca Weinstein fosse particolarmente preso, infatuato da Mira”, semplicemente infatuato, nulla più. Ma da allora la carriera di Mira Sorvino è praticamente finita. Lo stesso Tarantino poi ammette di aver saputo anche di una molestia a Rose McGowan che si accordò poi col produttore per non denunciare ma che poi oggi ha denunciato non più una molestia ma uno stupro.
Il caso Weinstein tocca quindi ora anche l’Italia dove le reazioni sono state sorprendenti per il resto del mondo. Asia Argento dopo aver denunciato si è trovata sotto accusa per aver comunque nel corso degli anni approfittato dei favori ottenuti subendo le violenze di Weinstein. Curioso che in Italia in questi casi si tenda sempre a trovare giustificazioni a chi commette violenza e accuse per le vittime. Si indaga sulla sessualità disinibita di Asia Argento, come se ciò potesse in qualche modo giustificare la violenza. Ci sono stati titoli di giornale sconvolenti per la loro volgarità (su Libero Renato Farina scrive che” prima la danno via e poi denunciano”, provocando la querela dell’attrice) ed ironie fuori luogo sulla vicenda della Argento che sconvolta da tanta mancanza di solidarietà ha scelto di andare a vivere in Germania. Ma leggendo su twitter i post che la riguardano la solidarietà viene da tutto il resto del mondo e come possa l’Italia essere così insensibile. Probabilmente perché in Italia non si riesce a vedere il vero punto della situazione. Si analizza se l’attrice c’è stata, se era consenziente, se ha ottenuto favori. Come se fosse quello poi il punto focale della questione. No, in realtà non è affatto quello. In realtà nessuna donna di dovrebbe mai trovare nella situazione di dover fare una scelta, a prescindere da quale poi farà, di questo genere. Nessun uomo di potere dovrebbe usare il potere stessso per mettere una donna nella condizione di dover, magari a 20 anni, scegliere se realizzare i propri sogni ma affrontare un orco schifoso, o rinunciarci. Facile dire, non essendo coinvolti, che si può rinunciare. Non tutte le hanno la forza. Nessun produttore, regista, datore di lavoro, deve mai mettere in condizione di fare questa scelta. Asia Argento ha sbagliato? Sicuramente sì. La colpevole è lei? Sicuramente no. Il colpevole è chi l’ha messa in una tale situazione. Sarebbe bello se il Caso Weinstein riuscisse a far riflettere su questo punto, almeno qui in Italia. Altrove sembra non ce ne sia bisogno.
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