Malta Files: con Daphne Caruana Galizia muore anche la dignità umana

Malta Files: un’inchiesta che risuona come una lapide sulla libertà di parola, di stampa e sul libero arbitrio. La giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia è morta, di una morte che risuona come uno schiaffo in faccia all’umanità intera e a chi, professionista per passione, non risparmia neanche la propria vita per arrivare fino in fondo, ad indagare sull’universo di verità scomode, così ingombranti da pesare come macigni persino sulla carta stampata. E così, l’inchiostro della libertà anche stavolta risuonerà alla stregua di un triste turpe telegrafico cordoglio scritto – nero su bianco – tra una quadricomia di libertà che sembra, ormai, finita negli archivi di remoti ideali; perduti per sempre nell’orrore di una nefandezza che di umano ha soltanto la becera, vile follia. Una bomba ad orologeria sulla storia della dignità umana che ha fatto esplodere, in pochi millesimi di secondo, sacrifici, sogni, ideali e “scomode verità”. Se ne è andata così Daphne Caruana Galizia, in “sella” alla sua Peugeot 108 esplosa in quello che il premier maltese Joseph Muscat ha definito un “barbaro attacco”, del quale si è detto scioccato: “ Non mi fermerò finché non sarà fatta giustizia. Il paese merita giustizia”.
Parole che risuonano come un retorico requiem nei loculi di una verità che rischia di essere soffocata da fiumi di ingiurie. Proprio quest’anno la giornalista, attraverso il suo blog, aveva “insinuato” che la società panamense Egrant fosse di proprietà di Michelle Muscat, moglie del primo ministro.

Daphne Caruana Galizia –  Il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, non ci sta e scrive su twitter: “Daphne Caruana Galizia assassinata come Siani. Uccidono i giornalisti quando sanno che stanno per scoprire la verità. Ora luce sull’omicidio!”.
Inserita da Politico tra le 28 personalità che “stanno agitando l’Europa”, Daphne Caruana Galizia è stata la “donna coraggio”, figlia di quella generazione di “bamboccioni” che hanno voglia di cambiare il mondo – o almeno ci provano – anche a rischio di morire polverizzati dal catrame di lussuriose turbine nel luccicante oro nero dei petroli delle sporche nefandezze legalizzate.
Oggi muore la dignità umana , Daphne Caruana Galizia se ne è andata, tra le “odi barbare” di un deserto assetato di giustizia, nell’oasi perduta di un ideale che non c’è.

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