Teatro Vascello, la ricca e imperdibile stagione 2017/2018
La nuova stagione del Teatro Vascello, la ventisettesima di questo importantissimo baluardo culturale romano, anche quest’anno si presenta ricchissima e all’insegna della multidisciplinarietà, dove tutte le categorie dello spettacolo dal vivo saranno rappresentate per offrire ad un pubblico sempre più vasto “l’opportunità di avvicinarsi al teatro e alle arti sceniche in generale”. Tra produzioni proprie, collaborazioni e ospitalità, quest’anno il palco del Vascello vanta un cartellone densissimo: 65 spettacoli tra grandi ritorni, omaggi, musica, danza e comicità. La direttrice artistica Manuela Kustermann da tempo si impegna per i ritorni delle compagnie storiche, memoria preziosa di quello che è stato il grande teatro di ricerca degli anni ’70-’80, così che quest’anno riuscirà a far tornare sul palcoscenico del Vascello la storica compagnia Valdoca con il suo spettacolo GIURAMENTI (dal 20 al 25 marzo 2018) per la regia di Cesare Ronconi. Per il 50° anniversario de La Fabbrica dell’Attore la Kustermann ha inoltre deciso di riportare in scena IL GABBIANO, lo storico spettacolo del fondatore del Vascello Giancarlo Nanni “con l’intento di far rivivere magicamente quell’atmosfera che il regista seppe costruire insieme alla compagnia”. Nella ricca e variegata stagione, in realtà già iniziata lo scorso 8 settembre, tra gli appuntamenti di prosa da non perdere si segnalano:
-IL CIELO IN UNA STANZA (dal 5 all’8 ottobre) con la regia di Emanuele Valenti, racconto di una storia comune ispirata alla canzone scritta da Gino Paoli, nata in un luogo intimo e privato come la propria casa
– LA GENTE DI CERAMI (dal 13 ottobre al 17 dicembre) con le musiche di Nicola Piovani. Un omaggio al celebre poeta e scrittore de Il borghese piccolo piccolo
– CHIEDI CHI ERA FRANCESCO di Andrea Adriatico (dal 17 al 19 ottobre). Ritratto dello studente e militante Francesco Lo Russo che durante una manifestazione venne ucciso a Bologna dai proiettili sparati da un carabiniere, segnando l’apice tragico del Movimento del ’77
– SAVED di Edward Bond ( dal 29 novembre al 10 dicembre), un testo che quando uscì fece molto scalpore per la sua spietata analisi sulla crudeltà
– MISERIA E NOBILTÁ per la regia di Michele Sinisi (dal 26 al 31 dicembre), testo farsesco di Eduardo Scarpetta che allieterà le festività natalizie
– LA BOTTEGA DEL CAFFÈ di Fassbinder dal testo di Carlo Goldoni (dal 23 al 30 gennaio 2018) trasposto nella Venezia contemporanea dove i dialoghi s’incentrano soprattutto sul denaro che si conta e si scambia ossessivamente
Il grande Gabriele Lavia sarà protagonista di LAVIA DICE LEOPARDI (dal 5 all’8 aprile 2018) in cui rivive i versi e il pensiero del poeta di Recanati, e de IL SOGNO DI UN UOMO RIDICOLO (7-8 aprile 2018) di Fëdor Dostoevskij. Storia di un uomo abbandonato da tutti, che ripercorre in un viaggio onirico la sua vita e le ragioni per cui si è sempre sentito estraneo alla società.
Roberto Latini presenterà invece i suoi tre spettacoli I GIGANTI DELLA MONTAGNA (11 e 12 aprile 2018) AMLETO (14-15 aprile 2018) e IL CANTICO DEI CANTICI (dal 19 al 22 aprile 2018). Per terminare la stagione infine Daniele Salvo dirigerà Manuela Kustermann e Melania Giglio in DICHIARO GUERRA AL TEMPO (dal 15 al 20 maggio) che reciteranno i meravigliosi versi che William Shakespeare scrisse sulla caducità del tempo terreno, con il suo inganno, il suo orrore e il suo splendore.
Per il connubio teatro e musica oltre al già messo in scena IL PERSECUTORE di Cortázar, tra gli spettacoli da non perdere senza dubbio ROTTE MEDITERRANEE (11 dicembre 2017) con Moni Ovadia, SERATA A DUE (12 febbraio 2018) con il maestro Nicola Piovani e Germano Mazzocchetti e LA PAZZIA DI ORLANDO (26 marzo 2018), reading-concerto del ventitreesimo canto del celebre poema cavalleresco di Ludovico Ariosto. Numerosi anche gli appuntamenti di danza contemporanea e quelli per i più piccoli, tra cui PETER PAN e GIUFÁ E IL MARE, per un’esperienza formativa e totalizzante come può essere quella del teatro, “un teatro che – come afferma la stessa Kustermann – può essere un aiuto per comprendere meglio noi stessi, la nostra storia, il nostro presente e ipotizzare il nostro futuro. Il teatro non morirà mai, continuerà ad esistere proprio perché è nato come strumento di conoscenza e di purificazione”.
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