Liliane Bettencourt, addio alla miliardaria Madame L’Oreal
Il mondo della bellezza e della cosmesi perde uno dei suoi esponenti più facoltosi ed influenti: è venuta a mancare due notti fa, nella sua residenza di Neuilly-sur-Seine, la novantaquattrenne Liliane Bettencourt, ereditiera del gruppo L’Oreal e, secondo la rivista Forbes, donna più ricca al mondo e detentrice di un patrimonio stimato intorno ai 39,5 miliardi di dollari. A rendere pubblica la notizia è stata la sua unica figlia, Françoise Bettencourt-Meyers, sottolineando, in una nota, che la madre si è “spenta serenamente”.
Classe 1922, ereditiera dell’allora azienda “L’Auréale” (che diverrà in seguito “L’Oreal”), fondata da suo padre, Eugène Schueller, la Bettencourt portò avanti con successo quello che, grazie anche agli esperimenti sulle tinture per capelli, messe a punto dal genitore, è diventato il leif motiv del marchio: l’originalità e la costante ricerca di una bellezza “alternativa”.
Ma, se nel campo della cosmetica, madame L’Oreal viene ricordata per la sua gestione oculata del brand e per l’eccellenza dei suoi prodotti, altrettanto non si può dire della sua vita privata, travagliata sin dall’inizio: a soli cinque anni, infatti, perse la madre e visse, per un periodo della sua vita, in un collegio di domenicani, a Lione (“Mia madre mi mancava terribilmente, mi mancava come un vuoto che non si può riempire” racconterà in seguito).
Nel 1950 convolò a nozze con il politico francese André Bettencourt e, dopo tre anni, nacque la loro la loro unica figlia, Françoise, protagonista, insieme alla madre e François-Marie Banier, di uno spiacevole episodio da rotocalco. Nel 2008 infatti, la primogenita di casa Bettencourt denunciò, per circonvenzione di incapace, il fotografo, che era diventato così amico di Liliane, affetta dal morbo di Alzheimer, da ottenere denaro e costosi quadri e assicurazioni sulla vita.
Legato a doppio filo al nome di Liliane Bettencourt è stato anche l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, sospettato di aver ricevuto, durante la campagna elettorale, finanziamenti illegali dal patrimonio della leader dell’azienda di cosmetici, per poi essere prosciolto nel 2013.
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