Il Persecutore, al Teatro Vascello Massimo Popolizio omaggia Cortázar

Lo scrittore argentino Julio Cortázar è oggi unanimemente considerato tra i maggiori autori di lingua spagnola del XX secolo e il suo racconto Il Persecutore, pubblicato nel 1959, il testo che ha inaugurato un nuovo modo di sentire e vivere la realtà, un libro sullo “spirito dell’artista” in cui i personaggi esprimono una profonda psicologia individuale, oltre che un elogio della musica jazz di cui Cortázar era grande appassionato. Massimo Popolizio e Javier Girotto hanno reso omaggio a questo piccolo capolavoro della letteratura con un reading-concerto curato da Teresa Pedroni e andato in scena  lo scorso 19 settembre al Teatro Vascello, in prima assoluta e unica data a Roma.

Il Persecutore

Sul palco completamento spoglio da qualsiasi tipo di scenografia, solo il grande jazzista Javier Girotto con clarinetto e sassofono ad accompagnare dal vivo Popolizio nella sua lettura e interpretazione de Il persecutore, per ricreare l’atmosfera di una Parigi degli anni ’50 evocata dalle straordinarie pagine di Cortázar, e in cui si muovono i due personaggi di Johnny Carter, musicista di jazz identificato con la grandiosa figura di Charlie Parker, grande sassofonista e compositore statunitense e di Bruno, giornalista e critico musicale che ne scrive una biografia di enorme successo. A svolgere un ruolo fondamentale nel racconto sono gli incontri e le conversazioni che avvengono tra Johnny e Bruno che permettono di conoscere alcuni aspetti importanti della vita del protagonista: il suo incredibile talento musicale, ma anche la dipendenza dalla droga e dall’alcol, il suo malessere, le sue inquietudini e i suoi dubbi esistenziali.

I concetti di tempo e ritmo diventano fondamentali nel racconto come nella musica: il musicista ha una percezione del tempo che lo convince che esista un’altra realtà al di là del tempo reale, diversa da quella in cui vive e che racchiude il senso della sua esistenza. Una dimensione che prova a raggiungere attraverso la sua musica senza mai, ovviamente, raggiungerla concretamente. Da qui la persecuzione del protagonista che insegue le sue ombre, diventando vittima e carnefice di sé stesso fino all’autodistruzione. Un racconto intenso dove protagonista assoluta è la musica evocata e materialmente suonata, come a completare quei sottotesti dell’opera letteraria che diviene essa stessa un sentito omaggio al mondo del jazz e alla grande figura di Charlie Parker.

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@vale_gallinari