Fatwa: no ai compleanni in Arabia Saudita

Fatwa: no ai compleanni – Tempi di crisi anche nel paese del petrolio. Un’accesa discussione sta dilagando in un “pozzo” di polemiche intorno al mutfì della legge islamica. La fatwa sembra aver sancito il verdetto finale: al bando feste e compleanni perchè ritenute “spese superflue”. Ad emettere il triste editto pare sia stato lo sheik Abdullah al – Mutlaq che, dall’alto della sua investitura di membro della Commissione Saudita degli Studiosi Islamici ammonisce- attraverso un comunicato stampa- grandi e piccini dal “fare determinate cose” che l’Islam rifiuta di promuovere perchè “potrebbero condurre alla povertà”. Il popolo dei social media si è letteralmente spaccato in due: c’è chi inneggia a un ritorno ai valori di uno stile di vita semplice e frugale e chi, invece, ha criticato aspramente le autorità dell’Arabia Saudita per l’ennesimo, anacronistico provvedimento.

Fatwa: no ai compleanni – Non c’è pace per l’Arabia Saudita. Lo sheik Abdullah al- Mutlaq pare non sia immune a repentini colpi di testa: il suo “ortodosso fondamentalismo” spesso e volentieri è sfociato, nel corso degli anni, nell’oro nero della follia. Una storia che, a furia di “corsi e ricorsi storici”,  continua a ripetersi all’infinito. Infatti,  l’eco del fanatismo sembra, ancora, rimbombare, a distanza di quasi un lustro, dalla TV satellitare al – Arabiya che, attraverso l’autorevole fatwa annunciava, nel maggio del 2014,  seri provvedimenti nei confronti delle donne che, via chat, avessero osato “intrattenersi in intime conversazioni con persone dell’altro sesso”. Difficile coniugare religione e tecnologia, ortodossia e libertà di pensiero, lusso e povertà assoluta, fanatismo e uguaglianza, intimidazione e dignità umana, misoginia e uguaglianza di genere, editti e libertà di azione: in tempi di crisi anche l’oro nero sta oscurando, a macchia di petrolio, il sacrosanto diritto a una dignità che, di umano, ha soltanto il turpe editto della sopraffazione.

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