Atac, partita la procedura per il concordato preventivo

Atac. Il Consiglio di Amministrazione della municipalizzata romana ha infine deciso per la strada del concordato preventivo. L’Azienda, che ha un debito record di 1,38 Miliardi di Euro, consegnerà i libri contabili al Tribunale Fallimentare, i magistrati dovranno poi valutare la fattibilità del piano di rientro proposto e poi i creditori, in ordine di priorità, dovranno dare il via libera al piano. La strada intrapresa dalla Giunta Raggi per il salvataggio di Atac mira a salvaguardare il suo status di Azienda Pubblica mentre sono state consegnate di recente le firme del referendum indetto dai Radicali per privatizzarla. In un lungo post sul suo profilo Facebook, la Sindaca Virginia Raggi ha spiegato quale sarà la strategia da intraprendere. Del resto che la privatizzazione possa diventare la panacea di tutti i mali dell’Atac non è così sicuro, visto che una parte del trasporto romano è già stata privatizzata per alcune linee periferiche che però sono quelle che stanno forse soffrendo di più questa situazione con gli autisti ed il personale pagati a singhiozzo che sono stati anche per tre mesi consecutivi senza percepire lo stipendio. Paolo Simioni, numero 1 dell’azienda capitolina, finito di recente sotto la lente di ingrandimento dell’Anac a causa del suo triplo incarico nell’azienda, Presidente, amministratore delegato e direttore generale, ha convocato l’Assemblea dei Soci e dichiarato che “Oggi abbiamo compiuto il primo passo concreto per il risanamento e rilancio di Atac”. Verrà coadiuvato nella realizzazione del piano dal superconsulente legale Carlo Felice Giampaolino e dal nuovo advisor finanziario e industriale Ernst Young. Il 7 settembre la Giunta Raggi dovrà formalizzare l’impegno e sottoporlo al voto dell’Assemblea Capitolina. Ovviamente lo opposizioni si augurano uno sfaldamento tra i 5 stelle, se il provvedimento non passasse sarebbe fatale probabilmente per la tenuta di questa Giunta, ma l’ipotesi sembra francamente poco probabile.

 

atacIl concordato preventivo mette al riparo Atac per sei mesi dalle possibili ingiunzioni di pagamento, e di fallimento, da parte dei ben 1200 creditori. Il mostruoso debito che grava su Atac si è accumulato in lustri di malagestione che si è via via aggravata durante cambi di Sindaci, di Direttori Generali e di aiuti governativi per oltre 1 Miliardo di Euro. Nulla è riuscito a fermare l’emorragia di capitali dalla municipalizzata. Virginia Raggi è ben decisa a mantenere Atac pubblica, come ripete nel suo post, in quanto, ed è innegabile, l’Azienda dei trasporti serve anche quelle tratte poco redditizie che probabilmente il privato non è interessato a servire. “Atac deve rimanere pubblica. Atac deve rimanere di noi tutti” sono le prime parole del suo post ed il concetto è ribadito più volte. “Abbiamo un obiettivo chiaro: Atac deve rimanere pubblica, deve rimanere dei cittadini e non finire nelle mani di privati che puntano esclusivamente a fare cassa sulle spalle dei romani e dei dipendenti” prosegue, “Cedere ai privati non è la soluzione, non è la cura per Atac. I privati non offrono una risposta immediata ai problemi strutturali ed economici della municipalizzata, non preservano il servizio ma lo rendono vulnerabile, sofferente e facile preda di chi punta solo a fare cassa. Con il privato vige la legge del profitto a discapito di quella della solidarietà e del servizio, scendono in campo interessi economici che tolgono sostanza al servizio e che nulla hanno a che fare con le mirabolanti soluzioni sponsorizzate dai partiti politici.”. Per la Giunta Raggi quindi un temibile banco di prova. Che però potrebbe dare una sferzata decisiva alla gestione pentastellata della Capitale. Se la Raggi riuscisse a risolvere un problema che sicuramente non ha creato ma che nessuno, a destra ed a sinistra, ha saputo risolvere anzi, ha aggravato, sarebbe un successo straordinario che rilancerebbe il Sindaco, ed il Movimento tutto, sulla scena nazionale ed internazionale.

 

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@MassimoSilla_