Raid omofobo a Roma contro la scuola di danza “Froci via di qui!”
Raid omofobo contro la palestra Vanity Dance Studio di Centocelle. Due notti fa qualcuno ha fatto irruzione all’interno della palestra per lasciare scritte offensive sui muri “Froci via di qui” e disegni di falli con vernice rossa. Un raid omofobo contro una struttura di grande successo, lo scorso anno la crew della palestra ha partecipato con buon successo ad Italia’s got talent, in una zona degradata della città. I ragazzi della crew, tutti molto atletici e ballerini provetti che si esibiscono su tacchi altissimi, evidentemente infastidiscono qualcuno che preferirebbe a dei ragazzi sani che ballano il solito degrado che investe le periferie romane. I proprietari Andrea Pacifici e Simone Panella, soci e compagni nella vita sono, ovviamente, sconvolti ed impauriti dall’accaduto ed hanno manifestato l’intenzione di chiudere l’attività. Chiunque può comprendere che quando qualcuno viola il proprio spazio, che sia un’abitazione o che sia un’attività commerciale, si subisce una violenza psicologica fortissima. “Questa era la nostra scommessa, ma ora non possiamo più andare avanti” ha dichiarato Simone Panella manifestando a questo punto l’intenzione di chiudere l’attività. “Non possiamo rimanere aperti. È pericoloso. Se mi davano una coltellata era meglio. Mi sembra tutto come un brutto sogno” queste le sue parole affidate a Facebook. È impossibile per noi lavorare con uno stato d’animo del genere. In particolar modo per Andrea. Abbiamo paura e la cosa terribile è che non sappiamo con chi prendercela. Siamo chiusi in questo dolore e ci fa paura anche spiegare come ci sentiamo. Solidarietà è stata espressa sia dalla comunità LGBT che dalle Istituzioni.
Le scritte apparse dopo il raid omofo hanno violato uno spazio che era diventato anche aggregativo nel quartiere. 900 metri quadri suddivisi in tre sale nelle quali non solo i bravissimi ballerini della crew, ma anche bambini e ragazzi del quartiere, venivano instradati all’amore per il ballo. Del resto basta vedere la calligrafia e la rozzezza dei disegni per capire l’ignoranza degli autori del raid omofobo. Sulla questione è intervenuta Imma Battaglia, storica rappresentante del movimento LGBT romano che ha dichiarato “A Roma si è verificato ancora una volta un grave atto di omofobia” ha detto. “La rinuncia di un gruppo di giovani alla propria passione è la rinuncia di una società intera! È la rinuncia di una città ormai in preda al degrado culturale e morale, che è stretta in una morsa di ignoranza e grave discriminazione. Chiediamo di intervenire. Chiediamo che si riapra urgentemente il tavolo delle associazioni per studiare un piano di intervento nella città e nelle scuole contro il pregiudizio, l’omofobia e ogni forma di discriminazione” alla quale ha fatto eco Francesco Angeli, Presidente dell’Arcigay romano “Ci deve assolutamente essere un segnale di lotta e contrasto del Comune di fronte a questo ennesimo episodio di omofobia. Chiediamo da tempo alla sindaca che batta un colpo per far sentire quanto la Capitale del nostro Paese sia contro la discriminazione. Non è soltanto una questione istituzionale: ma anche per le vittime dell’omofobia: che sappiano di non essere sole. Anche perché noi, come Gay Center ne sappiamo qualcosa delle aggressioni e della solitudine e proprio per questo ci sentiamo particolarmente vicini ad Andrea e Simone: perché ogni due, tre mesi veniamo attaccati, tra scritte offensive e violenze, nella nostra sede del Testaccio”. La Sindaca Virginia Raggi, chiamata in causa da Angeli, ha risposto per voce del vice sindaco Luca Bergamo “Sono solidale e vicino a chi lavora e frequenta la scuola di danza Vanity Dance Studio. Chi fa scritte omofobe manifesta solo ignoranza e aggressività che sono spesso prodotto della paura di chi non ha gli strumenti per affrontarle”. SI spera che le istituzioni stesse riescano a convincere i titolari della Vanity a tornare sui loro passi, ma perché ciò avvenga sarà necessario dare delle garanzie di sicurezza alla palestra. Riuscire invece a capire cosa spinga delle persone a compiere gesti idioti come questo raid omofobo, che non è di certo il primo in città ma solo l’ultimo di una lunga serie, resta un’impresa improba. Combattere l’imbecillità è quasi impossibile. Si spera che gli autori vengano individuati e puniti. E che magari qualcuno insegni loro a scrivere in maniera decente visto che non ne sembrano capaci. Le scritte sembrano fatte da un bambino di sei anni, ma del resto sarebbe stato sorprendente che chi fa idiozie simili possa essere una persona non di cultura, giammai, ma perlomeno alfabetizzata.
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