Anonymous dalla parte dell’antiproibizionismo
Sabato si è tenuta a Roma una manifestazione a favore della legalizzazione della cannabis e contro la legge Fini-Giovanardi. Il gruppo Anonymous ha voluto dare il proprio contributo. Vittime dell’attacco hacker: il sito del Ministero della salute e quello del capo Dipartimento delle politiche antidroga, Giovanni Serpelloni.
Il gruppo di hacker è famoso per i suoi attacchi ai siti istituzionali, come quelli avvenuti il 19 ottobre per la manifestazione contro l’Austerity o quello ai danni del governatore Scopelliti. In questa occasione, il primo sito ed account mail da essere violato è stato quello di Serpelloni, tanto che gli stessi hacker hanno iniziato a pubblicare sulla loro pagina Facebook delle foto di pagine del computer in cui facevano aderire il capo delle politiche antidroga alla causa dell’antiproibizionismo. Domenica, per ribadire la propria posizione, è stato il turno dell’operazione tango down nei confronti del sito del Ministero della salute.
<<Con questa operazione Anonymous vuole esprimere la sua più totale solidarietà alle persone che oggi manifestano a Roma per la legalizzazione della cannabis e per la fine della persecuzione poliziesca contro i consumatori e/o produttori di Tetra-Idro-Cannabinolo. Rivendichiamo il diritto di ogni individuo di produrre marijuana e consumarla per scopo ludico su modello di quanto avviene nei Paesi Bassi ed in Uruguay, Corea del Nord e parte degli USA>>. Sono queste le parole con cui il gruppo di hacker, ha aderito, anche a parole, alla causa dell’antiproibizionismo.
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Nel lungo post pubblicato, Anonymous elenca punto per punto tutte “le continue discriminazioni alle quali, in Italia, i consumatori di cannabis e più in generale tutti gli amanti degli stupefacenti sono sottoposti”. Prima di tutto ritengono la legge Fini- Giovanardi discriminatoria perché non fa distinzione tra droghe pesanti e leggere, e che ciò sia la causa dell’ampliamento del giro d’affari della mafia e abbia riempito le carceri di consumatori di stupefacenti. Reputano che il controllo continuo di lavoratori, per accertare se assumono droga, sia una pratica vessatoria in quanto può portare alla perdita del lavoro se trovati positivi al test. Suggeriscono, quindi, controlli medici dei riflessi periodici per accertare le capacità di una persona. Aggiungono anche che l’effetto della marijuana non è superiore a quello dell’alcool, che non viene analizzato dai suddetti test. Ritengono che i controlli che vengono effettuati dalle forze dell’ordine sugli automobilisti, invece che vertere sul fatto che si sia assunto o no droga, dovrebbe invece controllare i riflessi e l’efficienza psicofisica, perché la cannabis è reperibile nelle urine sino a tre settimane dalla ultima assunzione. Pensano che i se.r.t siano dei luoghi di tortura e umiliazione, e li ritengono responsabili della somministrazione di massicce dosi di metadone che non sono compatibili con qualsiasi protocollo di cura. Concludono: <<E’ infine necessario notare che gran parte degli omicidi di inermi cittadini trattenuti dalle forze dell’ordine sono connessi al possesso di piccole quantità di cannabis>>.
Fonte: blog di Anonymous Italia