Sedicenne muore per ecstasy: dramma a Genova
Sedicenne muore per ecstasy -. E’ avvenuto a Genova, in una notte di “normale” euforia. Adele , in compagnia di altri due intimi amici, si erano dati appuntamento a casa di Sergio, il suo fidanzato, per trascorrere una serata all’insegna del divertimento e della trasgressione. Per questo, i quattro ragazzi si erano recati prima a Busella, alle porte della città, a comprare “la roba”: tre grammi di Mdma, più conosciuta come ecstasy (sapientemente incartata in una stagnola) e poi, successivamente, a casa del loro amico.
Una serata come tante, poichè per i quattro giovani, secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, era ormai consuetudine “farsi” o “sballarsi” tra le mura di un anonimo appartamento dell’interland genovese. Ecstasy, ma anche sei piantine di funghi allucinogeni comprati probabilmente via internet: una prassi che, da alcuni mesi, era diventata consuetudine; come pure la passeggiatina in centro, per smaltire droga e sbornie. Ma stavolta qualcosa è andato storto ed Adele, una volta uscita dall’abitazione, in centro non ci arriverà mai. Priva di forze viene immediatamente soccorsa dai suoi amici e dai passanti che, in procinto di aiutarla, raccolgono le ultime parole della giovane: tutto ad Adele, persone o cose, sembravano “un pò confusi”. La giovane muore tra la costernazione e la disperazione dei suoi “compagni di avventura”.
Sedicenne muore per ecstasy – Una brutta storia di cronaca, drammatica ma reale, manifesto di una società malata, insoddisfatta, assuefatta dal benessere fine a se stesso.
Adele De Vincenzi è la terza vittima, nell’arco di soli tre mesi, dello “sballo della follia”.
La metanfetamina sembra voler continuare a seminare morte e disperazione nella Genova nera dell’alcool, degli stupefacenti e degli psicoattivi. Un dramma che continua a ripetersi a cadenza mensile. Il 13 marzo scorso, in un appartamento in via Torricelli, a Borgonatti, veniva trovata senza vita la giovane diciassettenne Sabine Mantuano. Stesso cocktail letale, un mix di metadone, hashish e cocaina per la sua amica venezuelana Cecilmar Antepara, 25 anni, trovata in condizioni critiche e salvata dal tempestivo intervento di medici e soccorritori. E ancora, il 29 maggio, viene ritrovata a distanza di una decina di giorni, in uno scantinato di una vecchia biblioteca universitaria di Balbi, una giovane diciassettenne di nazionalità ecuadoriana, morta per overdose.
E adesso Adele, ultima vittima della drug generation, campanello di allarme di un’età del malessere in controtendenza con una società che conosce il prezzo di tutto ma ignora il valore e il rispetto per se stessi e per la vita.
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