WanderaMa: il viaggio disperato alla scoperta del Sud-Est Asiatico
Oltre alle immagini, alle emozioni e alle risate, sono i numeri a raccontare che cos’è Wanderama. 8442 chilometri percorsi attraverso quattro Paesi. Qualsiasi mezzo di trasporto è valido: tuk tuk, autobus, treno, nave e traghetto, aereo, biciclette, scooter, macchina, minivan, elefanti, zipline, fuori strada, kayak, barchette di legno instabili, a motore e non. Quasi 2000 like sulla pagina Facebook in appena 5 giorni.
È a metà tra un documentario e una serie TV, tra un diario di viaggio e una puntata di Super Quark (di cui Wanderama è un omaggio profondo e sincero). In mezzo a tutto questo ci sono 4 videomaker, 4 viaggiatori che, attraverso i loro occhi e le loro esperienze, vi racconteranno il sud-est asiatico. Attenzione però, non è un viaggio da resort e villaggi vacanze. Wanderama è un’esperienza che spazia tra foreste incontaminate e metropoli caotiche; alterna la spiritualità dei templi secolari con la sincerità e la povertà dei villaggi rurali. È un viaggio attraverso un sub-continente e la sua cultura, le sue tradizioni e un modo di intendere la vita che è lontanissimo dal nostro. Se vi è mai venuto in mente di visitare il Vietnam, la Tailandia, il Lahos o la Cambogia, questa sarà molto più di una guida del National Geographic.
I protagonisti-viaggiatori sono quattro ragazzi di Roma, meno di 30 anni a testa. Il loro progetto nasce con l’idea di raccontare una storia. Un’avventura ambientata in una terra lontana che difficilmente si fa domare dagli occidentali: figuriamoci se si fa mettere sotto da quattro “pischelli”. Ma Wanderama non vuole dominare, vuole raccontare per ciò che è. Vuole trasmettere la bellezza dei luoghi insieme al disagio e alle grandi difficoltà che possono incontrare dei viaggiatori catapultati in un’altra realtà. Tutto questo impreziosito da una qualità delle immagini mozzafiato, un ritmo narrativo che non vi annoierà e dalla presenza di personaggi che sembrano usciti dalla penna di uno sceneggiatore. E questo è forse uno dei punti forti della serie.
Eugenio “Gegge” è un fotografo, un documentarista e video maker; istruttore e velista agonista. Un uomo in mocassino catapultato in un mondo che tenta di rigettarlo ad ogni occasione, usando ogni mezzo possibile. Zanzare comprese.
Matteo “il biondo” è un regista e sceneggiatore. Nel 2015 firma la regia di uno degli episodi del film “In bici senza sella”, presentato al Festival del Cinema di Roma. Nonostante un’eccessiva sudorazione, riesce incredibilmente a sopravvivere al clima monsonico e a farsi e farci affascinare dai colori dell’Asia.
Tommaso (i soprannomi sarebbero troppi da elencare) lavora regolarmente per RAI, La7, NBC, ESPN e altre emittenti internazionali. La sua intramontabile fede buddista lo porta ad apprezzare tutto delle spirituali terre d’asia. Anche quando di apprezzabile c’è poco o niente.
Last but not least, Massimino. Viaggiatore compulsivo, amante delle lingue e delle culture straniere, è il vero collante con il mondo circostante. Grafico, fotografo e linguista ha nella sua capacità di relazionarsi con l’”altro” il suo autentico punto forte. Grazie a lui conoscerete decine di altri personaggi mitologici, oltre a farvi un sacco di risate.
Wanderama è stata presentata attraverso la pagina Facebook della serie. La prima puntata uscirà il 18 agosto su YouTube ma già è online il trailer da cui potrete farvi un’idea di che cos’è Wanderama. Nel frattempo abbiamo chiesto a Matteo Giancaspro, uno dei 4 Wanderaminghi, di spiegarci un po’ meglio di cosa stiamo parlando.
Come è nato il nome Wanderama?
Wanderama è l’ unione di: wander, dall’inglese “vagare” e orama, un suffisso che vuol dire punto di vista, visione.
Ci sembrava adatto visto che vaghiamo in giro per il mondo raccontando le nostre esperienze attraverso immagini.
Com’è venuta l’idea del sud-est asiatico?
Abbiamo scelto il sud est asiatico per uscire dalla nostra zona di confort.
Essendo dei film maker ci eravamo stancati di raccontare a voce i nostri viaggi e abbiamo deciso portarci il lavoro con noi. Ci è sembrata una buona meta per iniziare, sia a livello economico che per la sicurezza, soprattutto è una realtà completamente aliena alla nostra occidentale.
Come sono stati per te quei 40 giorni lontano da casa?
42 giorni, per la precisione. Beh, ti aiutano ad aprire la mente. 42 giorni di lavoro ininterrotto in sud est asiatico, cercando di immergerti il più possibile in culture così diverse dalla tua, sono un bel test per chi si vuole mettere alla prova, soprattutto dal punto di vista alimentare e climatico.
Cosa NON vedremo in wanderama?
Il Sud America. Per ora…
Perché la scelta di trasmettere tutto su YouTube?
Pensiamo sia la piattaforma più idonea essendo il nostro format un ibrido tra un documentario, un cazzeggio tra amici e un vlog di viaggio.
Twitter: @g_gezzi