Addio al produttore “incauto e romantico”

Le luci si stanno spegnendo sul palco della musica. E si spengono, consumando l’ultimo atto teatrale: quello della vita. Bologna. La città dice addio a Guido Elmi (1948 -2017). 

Orecchini, anelli sulle dita, piedi sul tavolino – Steve Rogers, nome d’arte di Guido Elmi – è l’immagine perfetta del ragazzo ribelle. Anche a 69 anni. Protagonista di una carriera stupefacente dalla fine degli anni ’70, ha affiancato Vasco Rossi sin dagli esordi, accompagnandolo fino all’ultimo evento – ormai entrato a far parte negli annali della storia della musica italiana (e a ben diritto) – del “Modena Park”, il concerto che ha celebrato i 40 anni di carriera del Blasco. Soltanto un anno fa usciva il suo primo album – “La mia legge” – un lavoro connotato da particolare Guido Elmiintensità. Amante della letteratura, Baudelaire a Balzac, da Lautréamont a J.K. Huysmans, da Nerval a Cioran, da Dostoyevsky a Bret Easton Ellis, Guido Elmi è conosciuto soprattutto per essere stato un grande produttore. A dare notizia della sua morte è stato Red Ronnie, il quale sulla sua pagina Facebook recita: “Il mio amico GUIDO ELMI è volato nell’altra dimensione. Lo conosco dai primi tempi con Vasco Rossi inizio anni ’80. Le ultime volte che l’ho visto è stato ai due concerti di #ModenaPark (in questa foto) e nelle dirette dalla Fonoprint la settimana scorsa. Lo avevo visto molto stanco. Ricordo che quando stavano finendo le esibizioni degli artisti selezionati ci siamo fatti l’occhiolino e abbiamo cominciato a ridere, senza nessuna ragione. Era forse il modo per salutarci definitivamente… anche se non c’è mai nulla di definitivo. Ci incontreremo ancora. Ciao Guido: io perdo un amico e la biblioteca della musica perde un grande produttore, quello che con “Bollicine” rivoluzionò il rock in Italia”.

“Tormentato incauto e romantico, decadente e velleitario”, come egli stesso amava definirsi, Guido Elmi ci ha lasciati. Improvvisamente, con il passo lento, il viso stanco, la pelle color cenere.

 

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@_mchiara