Naike Rivelli: foto dal ginecologo, ma è per una buona causa
Naike Rivelli è la figlia di Ornella Muti. Lo si sa, ma nonostante abbia raggiunto ormai l’età di 42 anni, portati benissimo grazie alla bellezza innata che a quella indotta dalla scienza, non si saprebbe bene cos’altro dire della rampolla dell’attrice sogno degli italiani degli anni ’80. Facendoci aiutare dall’abbondanza di informazioni che circolano sul web scopriamo che è: un’attrice, una modella ed anche una cantante. Non avendo ricordo alcuno di queste sue attività cerchiamo di approfondire e scopriamo che sì, in effetti ha partecipato a qualche pellicola, anche se non ci pare d’aver ricordo delle sue esibizioni, che ha effettivamente pubblicato un album, con lo pseudonimo di Nayked, intitolato “Metamorphose me” la cui canzone d’apertura è intitolata “I like men”, cosa della quale non dubitiamo affatto, ma anche di questa produzione artistica non abbiam ricordo. La si ricorda tra le partecipanti di Pechino Express, quello sì. Ma poi effettivamente tutto quello che si ricorda di Naike Rivelli è che è la figlia di Ornella Muti e che trova sempre un motivo per esibire le sue grazie senza vestiti. Cosa che le ha preso la mano e che l’ha portata probabilmente a cambiare il suo corpo che non aveva effettivamente alcun bisogno d’essere cambiato. Nei social, non su Facebook dove il nudo non è consentito, ma sui vari Instagram, Twitter etc etc, è effettivamente una delle reginette e quindi probabilmente è principalmente quello il suo mestiere. Scorrendo le notizie su di lei di questi ultimi mesi, perché è immancabile nelle pagine di gossip, veniamo a sapere che è stata sfrattata, e lo annuncia con una foto nuda, nella quale si mostra mentre gusta banane e calippo, ci tiene a metterci al corrente della sua bisessualità, ci informa delle meraviglie dell’autoerotismo con l’ausilio dello spazzolino elettrico, mostra le foto dal parrucchiere ed è nuda anche lì, ci fa vedere quanto è brava a fare la verticale, specialmente se indossa un perizoma, e dulcis in fundo pubblica una foto completamente nuda con le gambe spalancate, ma con le mani che coprono le pubende in quanto anche gli altri social, al di fuori di Facebook, poi in fondo un minimo di censura lo hanno, dichiarando che lei vuole stare nuda, e per farla vestire la devono pagare. Non sappiamo se poi abbia trovato un qualche mecenate che l’abbia accontentata, ma in questa calda estate, così calda che in fondo il suo essere sempre nuda è più giustificato, certo di più di quando lo è dal parrucchiere, Naike Rivelli ha deciso di unire un messaggio di sensibilizzazione medica alla sua foto provocante. Ha pubblicato una foto dal ginecologo a gambe aperte, cosa in questo caso necessaria per consentire al medico, che tra l’altro di cognome si chiama Coscia, di svolgere il suo lavoro, per sensibilizzare i suoi numerosi followers sui rischi delle malattie sessualmente trasmissibili, nello specifico l’Hpv, il papilloma virus. La foto non ritrae la parte che il Dottor Coscia sta visitando, è presa dalla prospettiva della stessa Naike.
La foto in questione, nella quale “l’artista” tiene i pollici sollevati ad indicare che va tutto ok, è corredata da un lungo post descrittivo in cui ci informa, bontà sua, dei rischi delle malattie sessualmente trasmissibili: “Si conoscono 120 tipi di papilloma virus, divisi in 16 gruppi designati progressivamente con le lettere da A a P in base alle omologie di sequenza del DNA. È inoltre possibile classificare i papilloma virus in cutanei e mucosi in base al tessuto per cui sono specifici. La maggior parte dei virus di questa famiglia causa malattie non gravi, quali ad esempio le verruchecutanee; alcuni però possono causare tumori benigni come il condiloma genitale e anche maligni come il cancro al collo dell’utero, al cavo orale, all’ano, all’esofago e alla laringe”. Concludendo poi il post con un involontariamente comico “Andate dal ginecologo RAGAZZI!!!”. Attendiamo trepidanti il prossimo post di Naike Rivelli, alla quale siam grati per le sue preoccupazioni riguardanti la nostra salute, ma non vorremmo che si spinga a parlarci della colonscopia.
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